Serie A

Udinese-Lazio, Baroni: “Trasferta insidiosa, ma la squadra è pronta. Dia insieme a Castellanos? Non lo escludo”

Marco Baroni, Lazio - foto Antonio Fraioli

Marco Baroni ha parlato in conferenza stampa in vista della sfida tra Udinese e Lazio, valida per la seconda giornata della Serie A 2024/25. Prima di rispondere alle domande dei giornalisti, innanzitutto ha mandato un augurio a Luca Pellegrini, vittima di un incidente stradale (fortunatamente senza conseguenze) e non convocato per la trasferta di Udine.

La squadra ha lavorato. Ogni giorno per noi è prezioso, chiaramente abbiamo messo alle spalle la gara passata. Ci aspetta una trasferta insidiosa, ma la squadra ha lavorato molto bene – ha poi spiegato – Questo è un bel test perché giochiamo contro una squadra che ha struttura fisica, un calcio in verticale e lavora su una pressione, quindi ci saranno delle difficoltà. Chiaramente dal punto di vista nostro, dobbiamo migliorare nella manovra e nella velocità, ma la squadra lo sta facendo bene: sta lavorando con dedizione e questa è la cosa che per me è importante. Tutti, chi è andato in campo e chi è rimasto fuori, stanno lavorando verso questa direzione. Mi aspetto una partita importante“.

Noi si lavora ogni giorno per migliorarsi. E’ impossibile fare tutto insieme, ma la squadra deve arrivare alla partita con quell’atteggiamento desideroso e voglioso di andare in campo, di essere presente, ma soprattutto di avere l’aggressività di condurre la gara – ha aggiunto Baroni – Dobbiamo, dal punto di vista dell’equilibrio, trovare maggior compattezza. Lo dobbiamo fare con la pressione in avanti. Devo dire che la squadra mi è piaciuta anche dal punto di vista mentale perché non è facile andare sotto dopo pochi minuti per una situazione evitabile. La squadra però non si è scomposta ed è rimasta dentro la partita. In ogni momento può cambiare la gara e solo con attenzione puoi portare gli episodi dalla tua parte“.

Il tecnico biancoceleste si è poi soffermato sui singoli: “Dele-Bashiru è un ragazzo che va costruito. Ha delle potenzialità sia fisiche che tecniche importanti, ma viene da un calcio diverso. Quando parlo di “forzare” mi riferisco ad “anticipare”. Se l’è conquistata lui durante la settimana e mi aspetto questo anche dagli altri ragazzi. Più c’è partecipazione e più il giocatore anticipa quest’integrazione con la squadra e il nostro calcio. Tavares e Castrovilli stanno lavorando per raggiungere la migliore condizione fisica. Ci sono vicini“.

Sulla questione in attacco con Castellanos e il nuovo arrivato Dia: “Castellanos per me è un giocatore forte, che deve giocare con ferocia. Lavora molto bene per la squadra: credo che l’ultima partita, al di là del gol – che se analizziamo bene è stato cercato, portando pressione e inducendo l’avversario all’errore – è stato molto presente. Là davanti sanno che devono portare le prime pressioni, ripartire immediatamente dopo la perdita di palla. Lui è desideroso di fare lavoro dentro al campo. Ormai si fa gol solo se hai una certa determinazione e lui ce l’ha. Dia sta bene e lo stiamo portando sempre di più dentro il nostro lavoro. Lui è un giocatore che ha già in sé le caratteristiche che ricerchiamo – mobilità, qualità, capacità di far gol – e si è calato molto bene. Non escludo di vederlo insieme a Castellanos“.

Quindi un pensiero sull’Udinese: “E’ una società lungimirante, che lavora con una programmazione e che io stimo. Non ci sono solo giocatori strutturati, ma anche bravi. C’è poi un allenatore nuovo che cerca un calcio in verticale. Ma dipende poi da noi: ci aspetta una partita non facile, saremo pronti sicuramente. Runjaic difficile da studiare perché ci sono meno punti di riferimento? Forse per voi, io l’ho studiato, insieme ai campionati che ha fatto prima. Troveremo una partita difficile, questo è certo, ma io sono convinto che la squadra è pronta“.

Infine, Baroni ha parlato di gerarchie ed equilibrio: “Io ho giocato anche con quattro attaccanti, quindi non è un problema numerico. E’ un problema del lavoro che fanno: se stanno fermi non si può lavorare, mentre se hanno mobilità sì. E’ chiaro che bisogna trovare degli equilibri. Non sono l’allenatore che mette il giocatore perché va sotto. Troveremo equilibrio nel lavoro e avere degli attaccanti bravi è sempre meglio. Noi abbiamo ragazzi giovani che hanno voglia e gli daremo le occasioni. Gerarchie? Non mi piace parlarne, è la settimana di lavoro a farle. Io non è che ho una gerarchia “se non gioca questo, gioca quello”. Credo che sia innanzitutto rispettoso verso i giocatori e poi alza il livello perché chi si allena forte sa che poi può andare in campo“.

SportFace