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Il girone di ritorno dello scorso anno aveva già dimostrato come l’Udinese non fosse più una squadra solamente in lotta per una salvezza tranquilla, ma come i giusti investimenti – Beto e Udogie su tutti – e alcuni giocatori “sprecati” per una piccola (principalmente Deulofeu e Pereyra) potessero far ambire ai friulani almeno la parte sinistra della classifica. Tuttavia, nessuno si sarebbe aspettato un inizio di campionato di questo livello, con 16 punti conquistati in sette partite, a meno uno dal primo posto occupato da Napoli e Atalanta e due vittorie di assoluto contro Roma e Inter, regolate al Dacia Stadium con sette gol segnati e solo uno subito.
Un capolavoro che porta la firma di mister Andrea Sottil, tecnico alla prima esperienza in Serie A dopo ottime annate in Serie B, soprattutto l’ultima alla guida dell’Ascoli portato dalle zone basse ai playoff promozione, e trait d’union con la squadra 2000/2001, l’ultima a centrare un inizio così positivo, fatto sempre di 16 punti in 7 giornate. In quella squadra allenata da Luigi De Canio, Sottil era uno dei baluardi della difesa, per una squadra partita da protagonista ma poi naufragata ben presto a centro classifica. Infatti, dopo quell’avvio sprint arrivarono addirittura otto sconfitte in nove gare, con De Canio poi esonerato in primavera per far posto a Luciano Spalletti, che terminò la stagione al dodicesimo posto prima di iniziare un ciclo che ha riportato l’Udinese in Europa.
Europa che è l’obiettivo neanche troppo nascosto dei tifosi bianconeri che sognano di tornare a disputare le coppe dopo l’ultima esperienza nei playoff di Europa League del 2013/14 terminati con l’inaspettata eliminazione dello Slovan Liberec, per un club capace un tempo di violare anche un “luogo sacro” come Anfield Road.
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