Serie A

Udinese, Gotti: “Va ripensato il calcio più in generale. Non ci sono dati su come si potrà riprendere”

Dacia Arena - Foto Matteo.favi CC BY SA 4.0

L’allenatore dell’Udinese Luca Gotti, intervenuto ai microfono di ‘Radio Sportiva’, ha spiegato come sta vivendo questo periodo di quarantena lontano dal campo, cosa davvero insolita per un vero amante del calcio come lui: “Per i primi 15 giorni mi sono totalmente disintossicato, non ho guardato neanche una partita di calcio, quando normalmente ne guardo 10-15 a settimana. Tra l’altro all’inizio era piuttosto facile far lavorare i ragazzi, i nostri preparatori e il nostro staff mandano il programma ai calciatori, lavori che si possono fare anche a casa. Ora che andiamo avanti e’ sempre più complicato perché non avendo un orizzonte di ripresa e’ più difficile dare motivazioni e impegno nella quotidianità. Altrove le cose sono diverse, ci sono giocatori che hanno potuto allenarsi sul campo o in palestra nei loro paesi, in Italia non si può fare”.

Il tecnico ha espresso la sua opinione in merito all’eventuale ripresa della stagione che, ad ogni modo, non sarebbe affatto semplice in seguito ad una pausa così lunga: “Prima ancora della possibilità di riprendere il campionato avrei ragionato sul fatto se sia giusto o meno riprendere, e’ una cosa un po’ diversa. Non voglio entrare con un tono polemico nella vicenda, da allenatore mi piacerebbe provare a fare questa esperienza perché e’ una cosa mai provata prima, non ci sono i dati su come sara’ riprendere dopo due mesi di divano, non due mesi di sosta, ma due mesi di confino a casa, eventualmente le 5 sostituzioni e il cambiamento di alcune regole…”

Gotti ritiene che sia giusto dare il giusto peso e la giusta considerazione anche alle altre categorie del calcio italiano, non soffermandosi soltanto sulla Serie A: “Dal punto di vista professionale mi piacerebbe provare, pero’ questo non ha niente a che vedere sul fatto se sia giusto o meno riprendere il campionato. C’e’ differenza tra ripresa degli allenamenti che e’ quasi una necessita’ per gli atleti di alto livello, ma non e’ per nulla scontato che si possano fare le partite del campionato di serie A. Mi dispiace che il focus dei media sia stato solo sulla Serie A che e’ solo l’1% del movimento. Va ripensato il calcio più in generale, quindi fare qualcosa anche per i settori giovanili per i dilettanti, per il grande numero dei praticanti del nostro sport bellissimo. In una situazione come questa di emergenza sanitaria e dal punto di vista socio economico, viene relativizzato il sentimento della passione che riguarda il calcio. Il sentimento anti calcistico l’ho visto più alimentato dalle polemiche che si sono create dalle singole componenti che ci fanno apparire come una sorta di zoo variopinto, dove le opinioni sono contrastanti e spesso vanno a perseguire i singoli interessi di bottega. Detto questo il calcio e’ il ragazzo di 14 anni che va a giocare, i pulcini e gli amatori che si trovano a giocare la sera, il calcio ha tante altre sfaccettature”.

Per il veneto la grande occasione su una panchina di Serie A è arrivata quasi per caso, dopo l’esonero di Igor Tudor e l’insistenza della società friulana, affinché Gotti accettasse la promozione da vice ad allenatore: “Da ormai dieci campionati facevo il vice, avevo una vita molto bella a un livello molto alto. Il fatto di fare il primo allenatore e’ una cosa diversa, bella, impone una serie di cose extra calcistiche che non trovano il mio gradimento, pero’ questa e’ una cosa personale. Più mi inerpico nell’esperienza di allenatore responsabile e più vedo diminuita la possibilità di fare il vice perché o vai a fare il collaboratore di un tuo amico oppure di un grande allenatore che non ha problemi a collaborare con una figura più o meno ingombrante, oppure e’ una cosa con cui dovrò fare i conti prima o poi”.

Tre calciatori bianconeri su tutti sono al centro delle voci di mercato, ossia De Paul, Mandragora e Fofana, ma chi vorrà acquistarli dovrà sborsare la giusta somma richiesta dall’Udinese: “Sono giocatori che hanno molto mercato e sappiamo che la realtà di Udine e’ abituata a preparare giocatori per altri contesti, ma l’Udinese non e’ una società che svende i propri atleti o che ha bisogno di fare cassa immediata, quindi le situazioni sono tutte da vedere. De Paul da Champions? E’ un giocatore di quel livello, l’ha già dimostrato nella sua nazionale, ha la tecnica e un atteggiamento mentale che non gli impedisce di esprimersi a quel livello”.

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