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Succede tutto in sei minuti al Maradona, e alla fine sorride il Napoli, per la seconda volta in pochi giorni al Maradona, ma per la prima volta dopo oltre due mesi e mezzo in campionato, dove una vittoria interna, ed è appena la terza questa, mancava addirittura dal 27 settembre contro l’Udinese. Non è stata una partita perfetta, tutt’altro, ma lo spirito è stato quello giusto e alla fine la differenza la fanno – in positivo, a differenza della trasferta dello Stadium dell’Immacolata – i big a disposizione di Mazzarri, leggere alla voce Victor Osimhen, un gol e poi un assist stellare, e Kvaratskhelia, che dimentica con un gol che vale la vittoria l’erroraccio contro la Juve. Torna a cantare Un giorno all’improvviso il pubblico partenopeo, c’è ben poco da sorridere però perché la classifica non è ancora esaltante. Il Napoli gioca male, ma trova i tre punti ed era l’unica cosa che contava per uscire fuori da un tunnel che pareva infinito, si porta provvisoriamente al quarto posto in attesa dello scontro diretto tra Bologna e Roma e prova a respirare un po’, visto che ora il calendario non è più insormontabile. E così Mazzarri, che sta ritrovando gli infortunati e si gode subito un assist di Mario Rui, può respirare.
Tutto nel giro di sei minuti, dicevamo, perché dopo un’ora abbondante equilibrata e con gli azzurri a spingere ma i sardi subito pronti a reagire, è la formazione di casa a sbloccarla grazie a Victor Osimhen, che si sblocca in campionato dopo averlo fatto anche in Champions. Gol da opportunista vero, ma la gioia dura pochissimo: dal 69′ al 72′, c’è la zampata di Pavoletti su una grande azione di Luvumbo e la squadra di Ranieri pareggia immediatamente, mostrando come la voglia di lottare che mancava nelle primissime uscite stagionali sia tornata e con gli interessi. Il Napoli, però, sa che contro il Cagliari o si vince o si manda completamente al macero un’intera stagione, e così si aggrappa a Osimhen, che fa la foca palleggiando e sfondando da circense, per poi appoggiare di voglia e forza a Kvaratskhelia, che segna e ringrazia il compagno, peraltro infortunato nell’esultanza e costretto al cambio. Un gol che vale tre punti di platino da cui ripartire, anche se la gestione degli ultimi dieci minuti è a dir poco rivedibile e non sarà piaciuta al tecnico toscano.
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