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Sulla scia del derby vinto in Coppa e in risposta a Milan e Juventus che avevano vinto nel pomeriggio: l’Inter serve il poker al Benevento e vince una partita cominciata bene e finita meglio contro un avversario oggi davvero ai minimi termini. Conte può sorridere sotto tanti punti di vista, a cominciare dal terzo clean sheet consecutivo, passando per l’ottima prestazione di alcune seconde linee. Su tutti, quella di Eriksen schierato regista al posto di Brozovic, ma anche Gagliardini che ha dato sostanza in mezzo al campo, Ranocchia che non ha fatto assolutamente rimpiangere De Vrij e l’ingresso nel finale di Sensi che prova a ritrovare confidenza col terreno di gioco dopo le continue assenze. E poi, la doppietta ininfluente di Romelu Lukaku che dimostra di aver superato meglio di Ibrahimovic le polemiche di pochi giorni fa.
Ad aprire le marcature c’è l’autogol di uno sfortunato Improta, provocato però dalla punizione battuta alla grande in mezzo da Eriksen, che con lo stesso gesto balistico ha regalato il derby di martedì. E’ un ottimo momento per il danese, che Conte non vede nel ruolo di trequartista e per il quale sta provando a ritagliare un ruolo diverso. Più lontano dalla porta, più nel cuore del gioco. Nel primo tempo c’è spazio anche per le proteste per un rigore a testa negato dall’arbitro, che prima non vede l’atterramento ai danni di Lapadula, forse però fuori dall’area, quindi si accorge dell’intervento falloso ai danni di Lautaro Martinez, ma colloca il fallo fuori area, quando probabilmente sembrava proprio sulla linea. A ogni modo, il Toro può ampiamente rifarsi nel secondo tempo segnando da opportunista il gol del raddoppio, che di fatto chiude la partita e porta a una mezzora finale disastrosa per gli ospiti, che vanno in completa confusione e con errori da matita blu regalano a Lukaku la doppietta personale. Il 4-0 rotondo al fischio finale è il modo perfetto per presentarsi al tour de force: due volte la Juventus in Coppa Italia, la Fiorentina, la Lazio e la sfida scudetto col Milan in campionato. E l’Inter è pronta.
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