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Il Milan vince e convince a tratti. Tredici punti, Inter agguantata in testa, dieci gol fatti, solo due subiti e tre punti importanti in cassaforte dopo il pareggio dell’Allianz Stadium contro la Juventus. Ma la vittoria per 2-0 contro il Venezia offre anche spunti di riflessione sul tema turn over: spazio a tante seconde linee come Kalulu, Florenzi, Gabbia e Ballo-Touré ma di fatto il Milan vince la partita al momento delle sostituzione. Dentro i titolari e titolari subito decisivi: Brahim Diaz (in campo dal 1′) in gol su assist del neo entrato Theo Hernandez che fa 2-0 su assist dell’altro subentrato, Saelemaekers. Bene l’ex City e Real Madrid (i tifosi gli dedicano coro di Kakà), ma anche Bennacer e Kalulu. Meno bene invece Florenzi, che da esterno alto non giocava da quasi sette anni e si vede. Saelemaekers è più pronto, più vivace nelle zone del campo avanzate ma soprattutto con una classe che inizia a manifestarsi sempre di più, di partita in partita. Al 73’ scocca l’ora dell’esordio di Pellegri, che permette a Rebic di rifiatare per uno scampolo di partita, ma per il talento scuola Genoa ci sono pochi palloni giocabili.
San Siro sembra avere sempre più la parvenza di un fortino: il Milan ha vinto tre delle ultime quattro partite casalinghe di Serie A, con un pareggio, un parziale in cui ha subito soltanto una rete. Ma soprattutto Stefano Pioli si regala una piccola pagina di storia, grazie ai tredici punti conquistati nelle prime quattro giornate, con un bottino minimo che nella storia si è ripetuto solamente quattro volte per i rossoneri, l’ultima proprio nella scorsa stagione. Il Milan vola, convince ma soprattutto inizia a non nascondersi: “Se giochiamo per un piazzamento in Champions? No, per qualcosa di più: dobbiamo giocare per vincere lo scudetto”, dice Theo Hernandez. La curiosità sarà vedere cosa può fare questo Milan con Ibrahimovic e Giroud. Per ora, come la scorsa stagione, i rossoneri sembrano aver attutito al meglio all’assenza del fuoriclasse in attacco: quarto miglior attacco provvisorio, quarta squadra per conclusioni verso la porta e quarta anche per numero di assist. Nella classifica finale, però, la sensazione è che il quarto posto non basti più.
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