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E’ una trasferta che può dire tantissimo sulle ambizioni della Lazio in questo campionato di continua rincorsa. I biancocelesti hanno iniziato malissimo, poi hanno sistemato in parte le cose, sì, ma non di certo in trasferta, dove a novembre sono arrivati due pesanti scivoloni contro Bologna e Salernitana che hanno ulteriormente complicato la rimonta sulla zona Champions. Negli ultimi giorni, è vero, ben tre partite di fila in casa una dietro l’altra nelle tre competizioni e sono arrivati i sorrisi (e non solo): col Celtic il 2-0 è valso il pass per gli ottavi, con la possibilità anche di giocarsi ancora il primo posto, poi col Cagliari la vittoria di misura non apprezzata dal pubblico che ha fischiato per il poco spettacolo, quindi l’altro 1-0, stavolta al Genoa, che è valsa la qualificazione ai quarti di Coppa Italia. E’ un periodo positivo, ma contro avversarie abbordabili e senza la possibilità di parlare di vero filotto, inutile girarci attorno, ed è per questo che Sarri si aspetta a questo punto una prova di forza anche in trasferta per trovare nuova linfa vitale.
Ma in casa di un Verona in crisi nera, seppur reduce da un pareggio per 3-3 che sa di vittoria visto il gol in pieno recupero, non sarà affatto facile. Baroni si gioca la panchina e il suo Hellas non vince addirittura da agosto, e lo aveva fatto contro l’altra romana. Dopo la Roma, la Lazio, potrebbe certo essere la chiusura di un cerchio. Non solo: gli scaligeri fanno anche i conti con le perquisizioni infrasettimanali per possibili false fatturazioni, ma è chiaro che la squadra non penserà a questo, quando a ottenere un gran risultato. Del resto, i precedenti sono incoraggianti: su 26 partite giocate al Bentegodi, i biancocelesti ne hanno vinte solo 6. E il penultimo incrocio da queste parti dice 4-1, con la prestazione monstre di Simeone che ricordano tutti. Prova di maturità contro ultima spiaggia, e il pareggio che non serve poi molto: sarà partita vera.
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