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Come nell’unico precedente tra Inter e Juventus in Supercoppa, anche la maxi sfida per il primo trofeo stagionale si è decisa ai supplementari. E come nel 2005 l’extra time ha sorriso ai nerazzurri che a San Siro vincono 2-1 e alzano la coppa grazie alla gioia finale di Alexis Sanchez. Oggi il trofeo passa nelle mani nerazzurre per un concerto di errori e freddezza, dopo 120′ di nervi, quando Allegri stava già preparando il piano dei rigori. Nel giorno in cui il tecnico livornese diventa l’allenatore più presente nella competizione, Simone Inzaghi si conferma di casa con tre vittorie su tre finali di Supercoppa giocate (2 con la Lazio).
Quella nerazzurra è l’unica squadra che non ha mai perso nelle partite in cui ha incassato la prima rete della partita. E la prima rete della nottata a San Siro arriva al 25′, nel momento più inaspettato, con l’Inter che pressa ma che si distrae quel che basta per permettere alla Juventus di portarsi avanti sul punteggio. Morata lavora un pallone sulla sinistra, il cross è sporcato ma McKennie è comunque il più veloce di tutti a lasciare immobile Handanovic con un gran colpo di testa. Una rete che fa esplodere il settore ospiti bianconero, e fa recriminare la panchina e lo spicchio di stadio nerazzurro per quanto accaduto prima: Barella scatta in area, anticipa Chiellini che lo travolge. Doveri dice no e il var lo fa giocare: sbaglia l’arbitro, ma non c’è chiaro ed evidente errore e l’addetto al monitor è costretto a lasciar giocare. Al 34′ però la Juventus la combina grossa, con l’eroe della trasferta di Roma: Mattia De Sciglio si fa uccellare da un ex giallorosso come Dzeko e atterra il bosniaco. Dagli undici metri si presenta Lautaro Martinez che in stagione ha già sbagliato due volte dal dischetto: Perin (Szczesny ha appena iniziato il ciclo vaccinale) non si aggiunge a Cragno e Tatarusanu e resta fermo sotto il bolide scagliato dall’argentino. Ritmi più bassi nella ripresa. Al 59′ Dumfries spaventa Perin con un colpo di testa. Non basta per segnare in un secondo tempo bloccato.
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Allegri si gioca la carta Dybala al 74′, un minuto dopo Inzaghi cambia tutto l’attacco: fuori Dzeko e Lautaro, dentro la coppia fantasia composta da Correa e Sanchez. L’Inter domina il possesso palla (60%) contro una Juventus che da dicembre ad oggi viaggia ad una media di 18.2 tiri a partita in Serie A. Eppure, a San Siro è la capolista la squadra che trova con più facilità la porta (19 tiri contro gli 8 di Dybala e compagni). Si va ai supplementari, ma l’extra time è un round tra picchiatori che non abbassano la guardia. Ogni colpo può essere fatale, Calhanoglu e Brozovic sono gli unici superstiti ai cambi dal centrocampo in su. Tanta qualità, con il supporto dei ‘braccetti’ super propositivi di Inzaghi, per ridimensionare la fisicità dei bianconeri che a Roma è stata fatale per i giallorossi in soli sette minuti. Occhi puntati su Dybala che cerca la giocata del campione per rispondere ad Arrivabene (“Rinnovo? Deve meritarselo”) e per confermarsi miglior marcatore della Supercoppa (4 gol, più di tutti nella storia). Ma la Joya resta ingabbiata. E tra corsi e ricorsi storici, c’è un remake del 2017 quando Simone Inzaghi beffò la Juventus con un gol nei minuti di recupero dopo un grave errore della difesa: all’epoca la vittoria fu decisa da Murgia su assist di Jordan Lukaku, due giocatori che oggi militano in Serie B. Oggi al 120′ l’Inter scarta un regalo di Natale in ritardo: Alex Sandro stoppa col petto in area, Chiellini non riesce a spazzare su Darmian, ne approfitta Sanchez che da due passi firma la rete che vale il primo trofeo stagionale e, forse, un’iniezione di fiducia ulteriore in una stagione in discesa.
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