Francesco Totti si racconta. Un’ora ai microfoni di Sky Sport 24 per l’ex capitano giallorosso che svaria su diversi argomenti: dal passato all’attualità passando per tanti momenti significativi della sua carriera.
ATTUALITA’ – “Le giornate sono lunghe: compiti, giochi e palestra il tempo passa in questo modo. In questi 20 giorni e passa abbiamo quasi scaricato Netflix: tra serie tv e film è l’unico modo per passare le serate. Nessuno si sarebbe mai aspettato di vivere questo problema reale e momento serio. Per lo Spallanzani abbiamo acquistato 15 macchinari con 350 mila euro che cercheremo di dividerli nel migliore dei modi. Per comprare macchinari specifici per combattere questo coronavirus e cose che possono salvare le persone. Nello stesso tempo, con la squadra campione del mondo 2006 abbiamo fatto questa iniziativa con la croce rossa italiana e con tutti gli ex calciatori siamo riusciti ad ottenere una bella somma per dare più possibilità a tanta gente che in questo momento sta veramente male”.
NAZIONALE E MONDIALI -“Perché ho lasciato la Nazionale così presto? E’ stata una decisione presa prima che mi facessi male, avendo un problema alla schiena dovevo mettere da parte qualcosa e non poteva essere la Roma. Purtroppo la scelta più brutta in quel momento era lasciare la Nazionale. Il 19 febbraio, nel corso di Roma-Empoli, ho subito un infortunio abbastanza serio, è stato un intervento abbastanza duro e brutto, in quel momento mi è passato in testa qualsiasi cosa. Ero sicuro di non andare ai Mondiali perché il tempo era ristretto, ma fortunatamente mister Lippi la mattina dopo mi fece una bellissima sorpresa venendomi a trovare. Con quelle parole e quel discorso mi ha trasmesso la volontà, l’amore e la voglia di provarci. Mi si è capovolto tutto perché mi ha dato la forza per uscire da quel brutto tunnel lungo e buio”.
SAMPDORIA MI VOLEVA A TUTTI I COSTI -“Chiudere la carriera con un’altra maglia come ha fatto De Rossi? Io rispetto pienamente quello che ha fatto Daniele, ognuno è libero di fare quello che ritiene più opportuno. Io delle possibilità, a fine carriera, ce le ho avute soprattutto all’estero ma anche in Italia: la Sampdoria mi voleva a tutti i costi, Ferrero ha un debole e avrebbe fatto qualsiasi cosa per portarmi là. Ero dubbioso, io volevo continuare perché mi sentivo ancora di poter dare qualcosa, però alla fine un anno non mi cambiava niente. La mia scelta di vita era una sola: quella di indossare un’unica maglia, avrei cancellato tutto il pensiero lungo ventiquattro anni con la Roma e quindi ho deciso di smettere”.
RITIRO – Sono passati tre anni e spesso e volentieri riguardo quella giornata che per me è indimenticabile, quello che ho passato io non l’avrà mai passato nessun altro. Ricordo ogni secondo di quella giornata, speravo che non arrivasse mai e invece purtroppo c’è un inizio e c’è una fine. Quando ho fatto quella passerella alcune persone non le avrei neanche salutate, ma per quello che c’era intorno era serio e coerente farlo. E’ stato un giorno bello e brutto: bello perché l’amore che mi ha dato la gente quel giorno è stato impensabile, brutto perché ho smesso di giocare a calcio. Non ho retto l’emozione perché sapevo quello che poteva succedere quell’ultima partita, ringrazierò per sempre questa gente. So cosa significa essere romani e romanisti.
SPALLETTI – “Sono stati due personaggi diversi: il primo Spalletti era top perché era come un secondo padre, era una persona con la quale ci stavo h24 o quasi. Il secondo Spalletti, avrà avuto le sue ragioni o avrà ascoltato idee da altre persone, ha voluto, non dico mettermi il bastone tra le ruote, ma sicuramente è andata nel migliore dei modi. Nella seconda parte ho cercato sempre di tenere la testa alta e fare del mio meglio, anche se ero in difficoltà”.
LAZIO E INZAGHI – “Da tifoso romanista spero che la Lazio si possa fermare il prima possibile, sono quelle annate che ti dice tutto bene: spero che ci possa essere un black-out. Simone Inzaghi è uno dei migliori allenatori della Serie A, sta facendo grandissime cose, abbiamo un grande rapporto con lui, ma sarei stato più contento se avesse allenato un’altra squadra”.
SCOUTING – “La mia volontà è di trovare un altro Totti, un altro giocatore di questo spessore. Cercherò in tutto il mondo: in Italia, in giro per l’Europa e spero di trovarlo, anzi ci riuscirò. Ho già preso qualche giocatore giovane e lo crescerò come ho sempre voluto fare con il mio pensiero, facendo un percorso diverso da tutti gli altri. Non sarà facile ma cercherò di farli crescere nel migliore dei modi”.
ROMA ATTUALE E FONSECA – “Fonseca è un grandissimo allenatore che sta capendo il calcio italiano, la città di Roma e tantissime cose: me ne parlano tutti bene, in primis i giocatori. La squadra va ad alti e bassi, purtroppo siamo abituati a questi problemi, ma con l’unione e alcuni innesti precisi della società possiamo fare un grandissimo campionato il prossimo anno. Anche se sono fuori Trigoria io rimarrò per sempre romanista”.
PADEL E FEDERER – Con il padel ultimamente mi trovo abbastanza bene, magari avrei giocato a tennis oppure avrei fatto il benzinaio. Federer per me è il tennis, è un mio amico e spesso e volentieri ci sentiamo via messaggi: lui non parla italiano, io non parlo inglese. Abbiamo questo rapporto di lontananza perché lui è sempre in giro per il mondo, io prima giocavo e non avevo tanta possibilità di comunicare. C’è stima reciproca, è un personaggio in cui mi identifico tanto: vedo l’atteggiamento, ogni volta che fa punto per lui è la normalità. Lo reputo il tennis in tutto e per tutto, è un personaggio esemplare e bello da vedere. Lo vorrei sfidare a padel, perché a tennis è troppo facile (ndr).