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Francesco Totti ha rilasciato un’intervista a “Il Corriere della Sera“, toccando vari temi tra cui il suo addio al calcio e la positività al Covid-19: “Sono molto dispiaciuto di non essere più dentro la Roma. Era più di una seconda casa per me, ma non avevo scelta. Ho dovuto decidere di lasciare Trigoria per rispetto mio e dei tifosi. A dir la verità non mi vedo in questa nuova Roma. Sono concentrato sul mio nuovo lavoro di management dei giovani talenti. Nella vita mai dire mai, ma per adesso voglio seguire questi ragazzi nel loro percorso – ha spiegato la bandiera giallorossa – A 40 anni è difficile continuare a giocare ad alti livelli, perciò ero consapevole che prima o poi avrei dovuto appendere le scarpe al chiodo. Nel mio caso però sono stato costretto. Senza nemmeno parlare con me hanno tirato una riga e mi hanno cancellato. Insieme avremmo potuto trovare un accordo, mi sarebbe piaciuto che la decisione fosse stata mia. Quando mi sono ritirato stavo ancora bene, sia fisicamente che mentalmente. Non pretendevo di giocare tutte le domeniche. Purtroppo non mi hanno neppure dato una possibilità e questo mi ha fatto davvero male“.
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In merito alla sua esperienza con il Covid-19, Totti ha rivelato: “Non è stata una passeggiata. Tossivo continuamente, avevo la febbre alto e non avevo fame. Sono stati 24 giorni duri, ero sempre stanco. Dopo quello che era successo a mio padre ho rifiutato il ricovero in ospedale. Volevo stare a casa il più possibile, i farmaci mi hanno aiutato molto. Passavo le mie giornate in camera da solo. Dopo dieci giorni senza miglioramenti ho avuto davvero paura, ma fortunatamente l’incubo è finito dopo un mese“.
Infine, l’ex attaccante della Roma e della Nazionale ha parlato di due suoi ex compagni di squadra: “De Rossi un fratello per me, siamo cresciuti insieme e ad essere onesti mi è dispiaciuto che sia stato capitano per così poco tempo. Cassano mi ha fatto divertire più di tutti. Per me si è espresso al 30-40% del suo potenziale, purtroppo alcune persone che lo hanno affiancato non volevano il suo bene. Se mi avesse ascoltato di più avrebbe vestito la maglia della Roma per 20 anni. In città era amato da tutti“.
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