“C’è un treno che non passa sempre”, ha detto Ivan Juric alla vigilia di Torino-Lazio. Il collega Maurizio Sarri non ha parlato a 24 ore dal match ma non è inverosimile immaginarlo in sintonia con il collega. La partita di recupero della ventunesima giornata – in programma alle 20:45 – è un crocevia per l’Europa. Quella nobile, la Champions League, nel caso della Lazio, distante otto lunghezze da Atalanta e Bologna, appaiate al quarto e al quinto posto (con i bergamaschi che hanno una gara in meno). Meno ambizioni ha invece il Toro, che si accontenterebbe della Conference League per dare slancio al progetto di Ivan Juric, che nelle ultime settimane ha legato sempre più il suo futuro ad una qualificazione continentale. Il Torino è decimo, ma ha un punto in meno della Lazio ed è quindi legittimato a sognare. La formazione granata è imbattuta da sei partite, con tre vittorie e tre pareggi. Non un rendimento qualunque visto che il Torino è soltanto una delle tre squadre (al pari di Inter e Atalanta) a non avere perso alcuna partita di campionato nel nuovo anno. Nel nuovo millennio, soltanto una volta la squadra piemontese è rimasta imbattuta nelle prime sette gare di campionato dell’anno solare: nel 2015, con Giampiero Ventura, quando la sconfitta arrivò alla decima gara contro l’Udinese (3-2). Le assenze di Buongiorno (fermo dalla ventitreesima giornata), del lungodegente Schuurs e di Rodriguez costringono Juric ad affrontare lo scontro diretto senza i tre difensori titolari, ma i numeri recenti sono comunque incoraggianti. Il Torino in questa Serie A ha collezionato 12 ‘clean sheet’ in questo campionato (al pari della Juventus e meno soltanto dell’Inter, a 15), quattro dei quali proprio nel 2024. Di fronte c’è una Lazio divisa tra l’euforia per la vittoria sul Bayern e la delusione per il passo falso casalingo col Bologna, ma sullo sfondo c’è anche una fiducia crescente per il rendimento esterno. La Lazio ha vinto tre delle ultime quattro trasferte di Serie A, lo stesso numero di vittorie ottenute nelle precedenti nove gare esterne in campionato. Un segnale positivo per Sarri che non vuole abbandonare il campionato, alla luce di un quinto posto che può rivelarsi utile in chiave Champions (anche grazie al rendimento biancoceleste in Europa). L’allenatore non recupera Zaccagni e si affida ancora ad Isaksen e Felipe Anderson ai lati di Immobile, in vantaggio su Castellanos. In difesa spazio a Marusic, Gila, Romagnoli e Hysaj, mentre Guendouzi, Cataldi e Luis Alberto saranno titolari a centrocampo. Ancora out Patric e Rovella, oltre al già citato Zaccagni. L’infermeria non aiuta le due squadre, ma non c’è più margine di errore. C’è un treno che aspetta e che potrebbe non passare più.