“Ho vissuto tanti bei momenti in carriera, perché ho giocato in grandi squadre con grandi giocatori dove ho potuto imparare tanto. Stare in Nazionale, ad esempio, mi ha fatto sentire identificato con il mio paese, con la gente. Ma in generale credo che da ogni cosa che uno vive si può trarre qualcosa di buono e bisogna godersi tutto perché non sai se accadrà nuovamente”. Ecco le parole di Cristian Ansaldi, laterale del Torino che, ai microfoni del sito ufficiale granata, ha parlato della carriera. Tra passato, presente e futuro, ecco le sue parole: “Non bisogna mai rinunciare a trovare nuovi stimoli. Anche quando si hanno 60, 70 anni. Sennò la vita perde allegria e felicità. Io l’ho detto sempre, pure quando avevo 23-24 anni: voglio giocare fino a 40 anni. Mia moglie a volte mi dice: guarda che ne hai 35 e quando torni dalle partite sei morto… Io però insisto, ho ancora cinque anni di carriera davanti. Qui a Torino mi sento a casa”.
E ancora: “È normale che guardino a me come punto di riferimento e ogni tanto mi chiedano consigli. Io cerco sempre di mettermi a disposizione. A volte mi capita di dire a qualcuno che anche io ho vissuto esattamente quella situazione di cui mi sta parlando e quindi sono in grado di dirgli come mi sono comportato. A volte vedi che dopo le sconfitte i più giovani sono con la testa bassa. Allora mi avvicino e gli ricordo che il calcio è sempre un gioco e se ci sono lavoro e disciplina i risultati arrivano. Il calcio offre sempre una seconda possibilità la settimana dopo, quando le cose vanno male. Si vince, si perde e si pareggia, è nell’ordine delle cose, ma bisogna imparare ad avere una mentalità vincente. Quando uno è abituato a perdere continua a perdere sempre”.