
Claudio Ranieri, Roma - Foto Domenico Cippitelli/IPA Sport
Pericolosa dalla distanza (nove gol da fuori area, nessuno ha fatto meglio) e fragile sui calci piazzati (tredici gol presi da palla inattiva). L’identikit della Roma di Claudio Ranieri dà l’idea di essere la negazione della versione targata Josè Mourinho che con i centimetri dei saltatori è riuscito spesso ad accumulare punti pesanti per la qualificazione europea. C’è però tanto altro da raccontare sulla squadra giallorossa, attesa domenica alle 15:00 dall’Inter di Simone Inzaghi. La Roma è imbattuta in campionato nel 2025, ha raccolto più punti di tutti da gennaio in poi (37) e ha il portiere che ha collezionato più clean sheet (Svilar, 13). Allo stesso tempo però le ultime uscite degli uomini di Claudio Ranieri hanno fatto emergere qualche problema. La sensazione che qualcosa si sia inceppato a Trigoria c’è, nonostante i cinque punti contro Juventus, Lazio e Genoa rappresentino tutto sommato un bottino positivo. Quello contro l’Inter è un capitolo decisivo per la corsa europea. La Roma ha bisogno della vittoria per continuare a credere nella Champions, ma Claudio Ranieri non vince nella San Siro nerazzurra da 17 anni. Era il marzo 2008, quando la sua Juventus superò 2-1 l’Inter con una doppietta di Camoranesi.
L’assenza di Dybala
Il collegamento è facile, forse troppo. Da quando non c’è più Paulo Dybala, fermo ai box per infortunio fino a fine stagione, la Roma ha perso fluidità nella costruzione del gioco e forse anche un pizzico di personalità negli ultimi trenta metri. La colpa non è del sostituto naturale, anzi. Matias Soulè ha praticamente messo la firma sul pareggio nel derby e sull’ultima vittoria contro il Genoa grazie a due giocate individuali: un tiro dalla distanza imprendibile per Mandas e un dribbling ubriacante prima dell’assist per Shomurodov. Le caratteristiche però sono diverse. Soulè, come Dybala, sa tirare fuori il coniglio dal cilindro negli ultimi metri, ma non sa ancora essere un regista aggiunto per la squadra. Dybala rappresentava un porto sicuro per ogni compagno, mentre Soulè non è ancora pronto su questo aspetto. Al di là dei paragoni con il connazionale, l’argentino in questo primo mese da titolarissimo è promosso a pieni voti e quello di San Siro sarà l’esame di maturità.
Cautela o coraggio
Da valutare quale sarà l’approccio della Roma a San Siro. Prende quota la possibilità di vedere i due centravanti dall’inizio: Dovbyk e Shomurodov. E con loro Soulè. L’alternativa è quella di un solo centravanti con un centrocampo più robusto: Paredes e Cristante (in ballottaggio tra loro negli ultimi appuntamenti) in campo dal 1′ insieme a Manu Kone. Solo panchina invece per Baldanzi e Pellegrini, quest’ultimo accostato di recente proprio ai nerazzurri per il prossimo mercato. Fuori anche Nicolò Pisilli, rimasto fuori dall’11 titolare nelle ultime sette gare di campionato. Una mossa che sarà indicativa sul tipo di gara che Ranieri intende proporre sarà quella sulla destra. Saelemaekers è la scelta più offensiva, mentre Rensch rappresenterebbe un’opzione conservativa. Pochi dubbi nelle altre caselle: Angelino è sicuro di una maglia, proprio come Celik, Mancini e Ndicka a protezione di Svilar. Non ci saranno indizi di formazione: Claudio Ranieri ha scelto infatti di non parlare in conferenza stampa.