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“Un movimento come questo, che interessa qualche miliardo di persone, non può essere governato da 12 club che hanno il diritto di difendere gli interessi economici della società, ma non attraverso il depauperamento degli altri, ma attraverso delle riforme vere che incidano riequilibrando costi e ricavi e non a scapito dei più deboli. Ho avuto l’impressione di essere tornati alle monarchie assolute, quando i sovrani dilapidavano le loro fortune, con feste di palazzo, ricevimenti e costruzioni e poi per risolvere il problema mettevano tasse alla popolazione. Questo portò alla rivoluzione in Francia e a Napoli. Perché quando togli alla gente comune e alle società e al sistema intero, il pane, poi qualcuno si ribella”. Con queste dure parole il presidente del Benevento, Oreste Vigorito, commenta il fallimento del progetto Superlega e lo fa con commenti decisamente pungenti nei suoi confronti rilasciati all’Adnkronos: “Sul modo come è stato condotto il tutto credo che bisogna soltanto sorriderci. Immaginare di uscire con un comunicato e l’indomani mattina fare un’altra cosa…non erano nemmeno i 12 apostoli, ci mancava Gesù…”.
Vigorito continua: “Abbiamo accumulato una serie di disavanzi, non solo da parte dei grandi club, ma oggi essere a -500 milioni per una società che ne fattura 500 o 700 ed quotata in Borsa non lo risolve avendo più soldi ma se i soldi che arrivano vengono spesi bene. Perché se invece di guadagnare 100, guadagni 200, ma ne spendi 300, sempre a -100 starai, ed è la spirale nel quale il calcio è andato. Colpa dei 12? No, del sistema intero. Se colpa c’è è quella di pensare di risolverlo tagliando il minimo agli altri. Avrebbero dato qualcosa in più, ma rispetto a cosa? Quale è la perdita in termini economici di tutto il sistema calcio per un fatto dl genere? Qualcuno è capace di valutarlo? Sul piano sociale poi non c’è un prezzo sui sogni della gente”.
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