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Lo abbiamo lasciato idealmente sul prato dell’Allianz Arena di Monaco. A terra, dopo una progressione di rara velocità e un dribbling che solo chi ha autostima da vendere può tentare. Aveva appena salvato un gol sulla linea che avrebbe cambiato la partita e forse il destino azzurro in quell’Europeo ed era reduce da una serie di partite giocate con classe e costanza. Leonardo Spinazzola ora è pronto a riprendere il gioco di quel Belgio-Italia e di quell’Europeo spezzato sul più bello, senza semifinale e finale, vinte con lui in festa con le stampelle. Avrebbe voluto viverla in un altro modo ma la rottura del tendine d’achille rimanda tutto al futuro. Oggi Leonardo Spinazzola sta recuperando, rientrerà nel 2022 (nelle prossime settimane prevista una nuova visita di controllo) ed è l’arma che Josè Mourinho e Roberto Mancini vogliono ritrovare al più presto nel loro arsenale in una fase stagionale complicata: la Roma non vuole perdere troppo terreno dalle prime, l’Italia ha un playoff mondiale da giocare e che non può sbagliare. A Roma e Nazionale manca la spinta sulla sinistra che solo un giocatore con quelle caratteristiche può garantire: più veloce degli avversari (l’uomo più veloce dell’Europeo, secondo le statistiche ufficiali del torneo, con 33,8 km/h) e spesso anche più tecnico.
Da attore non protagonista a stella dell’Europeo, seguito dai grandi club internazionali. Sembrava essere destinato a seguire le orme di Fabio Grosso, ma stavolta niente rigore in finale. Un fattore, su cui giallorossi e azzurri non hanno potuto contare in questi primi impegni cruciali. Di certo, è stato un fattore per la Roma di Fonseca: nella scorsa stagione tra gol (2) e assist (8) ha partecipato a dieci reti, mai così bene in carriera. Presente nell’all star team dell’Europeo, ai danni di un Luke Shaw, da tempo in rotta con quel Josè Mourinho, che aspetta il numero 37 freneticamente. Il mercato della Roma è di fatto cambiato dopo il suo infortunio, è diventato un mercato “di reazione” come ama ripetere il portoghese. Dentro Vina, e non il centrocampista che il tecnico avrebbe tanto desiderato. Sarà un nuovo acquisto per gennaio, e un volto nuovo per un’Italia smarrita e che forse ha dimenticato da dove viene. Due partite per guadagnarsi il Mondiale, per lasciarsi alle spalle l’incubo di Monaco e tornare a seminare avversari sulla fascia. Mourinho e Mancini non aspettano altro.
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