Il CT della Nazionale italiana, Luciano Spalletti, è intervenuto ieri a DAZN Serie A Show, trattando diversi temi. Così sul ritorno di Balotelli nel massimo campionato al Genoa: “Noi non chiudiamo le porte a nessuno, non possiamo dire a qualcuno che non può puntare ad arrivarci. Dobbiamo assorbire tutto ciò che di buono c’è nel calcio e metterlo a disposizione di questa squadra“. Su Francesco Totti, che desidera tornare a giocare aggiunge: “È stato talmente estroso nel giocare palla per i compagni che forse questo estro potrebbe portarlo anche a fare la scelta di tornare a giocare“. Poi un pronostico su chi vincerà il Pallone d’Oro: “Per me, Kroos. Gli altri non li dico“.
Spalletti racconta poi dell’inizio della sua avventura come CT dell’Italia: “Ho cercato di considerare il numero di presenze e l’esperienza di chi ha già maturato un certo bagaglio in questo tipo di calcio, scegliendo calciatori in grado di fare da guida ai giovani. L’obiettivo è mescolare questi due elementi. Arrivavamo da un campionato particolare, in cui l’Inter aveva già vinto con largo anticipo e i festeggiamenti avevano inevitabilmente cambiato il ritmo. Quando si raggiunge un traguardo così importante, diventa difficile mantenere alta la concentrazione nel lavoro quotidiano. L’ho sperimentato anch’io dopo la vittoria del campionato“.
L’ex Roma e Napoli si è poi espresso sulla strada intrapresa con i ragazzi in campo: “È quella giusta. È stato fatto un ragionamento anche in funzione dei tanti centrocampisti, perché poi trovano la soluzione, sanno andare a giocare in più reparti di campo. Ora sono coinvolti in una crescita totale, proprio per non dover puntare sulla giocata singola del campione“. Spalletti ha parlato anche di alcuni singoli: “Di Lorenzo ha attraversato un periodo difficile ma ora che ha ritrovato la sua qualità è un piacere vederlo giocare. È quell’uomo che vogliamo avere sempre a disposizione dentro lo spogliatoio. Pellegrini ha la qualità del piede. Avere chi calcia bene i calci piazzati è fondamentale, e noi spesso abbiamo puntato su lui e Dimarco. Poi è un calciatore che gestisce bene questa richiesta di essere, qualche volta, attaccante, altre volte mediano, passando per tutti i ruoli del centrocampo. Viene a costruire dalla fase difensiva, perché di cose di calcio ne sa tante, e lo dico vedendolo giocare e conoscendolo anche in profondità “.