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Sembra essersi concluso negativamente il tentativo di negoziato tra la Lega Serie A, l’Assocalciatori e i detentori dei diritti tv per anticipare gli orari dei match di campionato di un quarto d’ora o mezzora. E a svelare un interessante retroscena su quanto accaduto è il direttore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni, che ha parlato espressamente di due squadre che hanno fatto saltare l’accordo che sembrava già raggiunto giovedì sera: “Giovedì sera lo spostamento di mezz’ora delle notturne – dalle 21.45 “spagnole” alle 21.15 – sembrava cosa fatta. Sembrava, già: all’improvviso due club hanno protestato, Dazn ha comunicato che non avrebbe dato l’ok prima dell’11 luglio per una questione di promo realizzati e costi sostenuti e la lega ha temuto di complicare ulteriormente i rapporti con Sky, nonostante la pay di Rogoredo avesse dato, solo verbalmente, l’assenso (dopo le 23 l’8% dei telespettatori del calcio va peraltro a dormire o cambia canale). Nel nostro calcio funziona così, ovvero non funziona nulla: mettere d’accordo 23, 24 soggetti con interessi spesso tra loro inconciliabili è impossibile. Il buonsenso non è un valore, il sistema è considerato roba da vecchia schedina e il caldo dà alla testa. Molto spesso anche il freddo. Purtroppo alla governance di via Rosellini non viene concessa la possibilità di proteggere autonomamente il prodotto, il rischio insulto è sempre attuale. Soddisfatti i vampiri che da qui al 2 agosto avranno qualcosa da vedere – se abbonati – fino a mezzanotte. Dopo, di solito, escono”.
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