“È molto importante denunciare il razzismo nel calcio, altrimenti passa il messaggio che sia qualcosa di normale. Se non denunci, significa che lo accetti. In Italia c’erano tifosi che facevano i versi della scimmia nei confronti dei calciatori di colore. Ho esortato più volte i miei compagni di squadra e il club a denunciarli pubblicamente, ma la maggior parte mi ha detto che non era una cosa grave“. A dirlo è Lilian Thuram, intervenuto nel corso di un seminario sul tema del razzismo, promosso dal consiglio comunale di Bilbao. “Non si sono resi conto di essersi resi complici, ecco perché le cose non cambiano”, continua l’ex centrocampista di parma e Juventus. “Perché le persone che dovrebbero lottare per porre fine al razzismo hanno il pregiudizio e credono che sia una cosa di poco conto. In Spagna, invece, ho scoperto che dire ‘negro’ non è razzismo, perché è ‘cultura’. Ma la cosa interessante è che le stesse persone non dicono ‘blanco’ per contrassegnare le persone non di colore”, conclude Thuram.
Serie A, Thuram: “Esortavo compagni e club a denunciare razzismo, ma dicevano che non era una cosa grave”
Lilian Thuram, foto Di Matthieu Riegler, CC-by, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=24519118