“Si sa che dovremmo convivere con il virus. Fino a che non troveremo un vaccino non c’è certezza” prosegue Tardelli, “bisogna essere chiari: dire i rischi che ci sono e tutti dobbiamo prenderceli. Prendersi dei rischi per ripartire, senza pensare ad altro: senza pensare che alcuni club possono retrocedere, senza pensare alle responsabilità. Il calcio potrà ripartire solo se ci sarà unione di intenti”. A nutrire dei dubbi circa la ripartenza del campionato sarebbero anche alcuni giocatori, come spiega Tardelli: ”Spadafora ha detto che alcuni lo cercano sui social. Probabilmente per dirgli di non sentirsi pronti. Io credo sia necessario sentire tutti i capitani, capire i loro pensieri e le loro paure. Magari anche a scrutinio segreto e poi capire”. “Io credo che i calciatori non abbiano problemi a tornare a giocare. Basta chiamarli” ha concluso Tardelli.
Serie A, Tardelli: “C’è tutto per ripartire, ma non tutti sono d’accordo”
Foto Antonio Fraioli
“Si può, si deve ripartire. C’è tutto per ripartire, ma non mi sembra che tutti siano d’accordo. I medici giustamente non vogliono prendersi determinate responsabilità, i presidenti non sono tutti d’accordo, Spadafora ha detto che alcuni calciatori lo cercano per parlargli e anche qualche tifoso mi sembra che non voglia ripartire. Non mi sembra ci sia tutta questa unità“. Queste le parole di Marco Tardelli, candidato alla presidenza Aic, in merito alla possibile ripresa dei campionati del calcio italiano. Tardelli ha spiegato ai microfoni di Radio Incontro Olympia quale siano le difficoltà, convinto che il problema principale non sia il governo: ”Spadafora ha fatto dei passi avanti e mi sembra che il protocollo era stato prima accettato. Il problema non è quello“.