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“L’obiettivo che dobbiamo realizzare non è solo quello di far ripartire il campionato, bensì di riuscire a farlo terminare“. Vincenzo Spadafora, ministro per le politiche giovanili e lo sport, parla così in un’intervista all’Italpress in merito alla possibile ripresa del campionato. Se in Germania la Bundesliga ha già ripreso il proprio cammino nell’ultimo weekend, in Italia così come in Inghilterra e in Spagna si studiano le strategie non solo per far riprendere il campionato ma anche per portarlo a termine in modo tale da non esser sorpresi da un ulteriore stop. “Quando riprenderà la Serie A? Speriamo tutti il prima possibile, ma al momento non abbiamo ancora certezze, come ha ben ricordato il presidente Conte – ha sottolineato Spadafora -. Se – come speriamo – le curve dei contagi continueranno a scendere allora sarà possibile confermare quella data per la ripresa della Serie A. Dobbiamo però arrivarci gradualmente, muovendoci con prudenza e responsabilità, come abbiamo fatto fino ad ora, con grande sacrificio di tutti gli italiani“.
Il tema più caldo è certamente quello di un eventuale nuovo caso di positività che potrebbe forzare l’intera squadra alla quarantena e dunque compromettere definitivamente il campionato: “Potrebbe compromettere in primis la loro salute e quella delle persone vicine, compresa quella dei tanti lavoratori legati alla squadra – precisa Spadafora -. Non si tratta quindi solo di un tema squisitamente sportivo. Capisco che in caso di positività tra i giocatori un ulteriore stop potrebbe incidere in maniera determinante sul prosieguo delle partite, per questo stiamo prendendo in considerazione tutte le soluzioni possibili e validate dai medici“.
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Poi in merito all’autonomia regionale con la quale alcuni governatori hanno operato dando il via libera per gli allenamenti con qualche giorno di anticipo: “Gli allenamenti sono partiti in maniera puntuale in tutte le regioni nei giorni e nei modi indicati dal Governo. Alcuni governatori di regione hanno palesato la volontà di permettere ai club di serie A di allenarsi – sempre in maniera individuale – nei loro centri sportivi. Una possibilità che avevamo ponderato, tanto da chiedere un parere al CTS che si è espresso positivamente prima che gli stessi centri fossero riaperti. In generale, penso che quando si affronta una lotta come quella contro il Coronavirus, bisogna procedere con unità di intenti e senza fughe in avanti, che rischiano solo di creare confusione ed essere controproducenti“.
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