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Il problema degli stadi, la modifica del protocollo Var con la possibile introduzione del Var a chiamata, il calendario fitto. Questi alcuni degli argomenti toccati dal presidente della Lega Serie A, Ezio Maria Simonelli, ospite di ‘Radio Anch’io Sport’ su Rai Radio. Riguardo il primo punto, il presidente eletto lo scorso dicembre lo ha definito “il primo problema da risolvere. Il ministro Abodi la pensa come me, c’è la necessità di avere un commissario unico per snellire i lavori e le procedure. Mi auguro che entro la fine di febbraio possa essere nominato il commissario per gli stadi, sarebbe utile per svecchiare il panorama. Abbiamo degli stadi che hanno un’anzianità media di 66 anni. E 66 anni fa il calcio era molto diverso rispetto a oggi, gli spettatori hanno altre esigenze”.
L’obiettivo è quello di “dare ai tifosi un ambiente confortevole”, come visto in Juventus-Inter di ieri sera: “È stato uno spettacolo sia per il match avvincente che per l’atmosfera allo Stadium. Il nostro campionato è molto visto. Abbiamo raggiunto la media di 31mila spettatori a partita, la più alta degli ultimi dieci anni. E tutto questo nonostante non abbiamo stadi adeguati, purtroppo non sono tutti lo Juventus Stadium”.
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Il presidente della Serie A: “Favorevole a Var a chiamata”
In termini di Var, un tema molto discusso ultimamente è un possibile cambio di protocollo. A tal proposito, Simonelli ha spiegato: “Ci stiamo rendendo conto che in alcuni casi il Var non funziona bene: nell’episodio dell’espulsione di Tomori in Empoli-Milan c’era un bug nel sistema del Var. Ma questo non dipende da noi, dipende dall’Ifab e dal suo protocollo“. Deve essere l’organismo internazionale, infatti, a decidere per eventuali cambi, che poi vanno recepiti nei vari campionati: “So che il primo marzo ci sarà una riunione per rivedere i protocolli del Var. Mi auguro che, come ogni anno, l’esperienza e gli errori che capitano in campo siano poi prodromici a migliorare le cose”.
Sempre a proposito di Var, da più parti, e sempre con maggiore insistenza, si invoca l’introduzione dell’uso della tecnologia a chiamata: “Da appassionato di tennis, il fatto di poter chiamare in caso di dubbio sarebbe a mio avviso un’evoluzione positiva. Darebbe anche responsabilità alle squadre. Sono favorevole. Non abbiamo avuto modo di confrontarci in assemblea su questo tema, ma penso che molti presidenti e allenatori la pensino come me”.
“Calendario è il vero problema, ma non dipende da noi”
Il calendario così fitto “è il vero problema del calcio per le squadre, per gli allenatori, per i giocatori. Però è una cosa che non dipende dalla Lega Calcio italiana. Non possiamo far niente per ridurre il numero di partite”. Nemmeno una Serie A a 18 squadre sembra essere una strada percorribile: “Vorrebbe dire quattro partite in meno, però vorrebbe dire anche un campionato meno avvincente, meno rappresentativo di tutta Italia. Il cambio di format al momento non mi sembra realizzabile a breve”.
Serie A 2025/2026 al via il 23 agosto
A proposito di calendari e date, Simonelli ha concluso anticipando quelle che saranno le date della prossima stagione: “Al 99% il prossimo campionato inizierà nel weekend del 23-24 agosto. Vogliamo evitare il calcio a Ferragosto”. Infine, una battuta sul calciomercato, in relazione al fatto che in Serie A si spende troppo rispetto a quanto si incassa: “La Premier League è irraggiungibile, fattura oltre 4 miliardi di euro l’anno mentre noi siamo tra 1,2 e 1,3 miliardi. Nel calcio non c’è una formula matematica, però quasi sempre vince chi incassa e guadagna di più. In questo abbiamo molte difficoltà. Siamo stati molto aiutati dai provvedimenti governativi, come il Decreto Crescita, che oggi non c’è più. Senza quei benefici fiscali, stiamo pian piano perdendo competitività. Mi auguro che il governo prenda consapevolezza di questo e trovi dei meccanismi che ci consentano di attrarre campioni”.