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“Se farei ripartire il campionato? Ovviamente non domani: bisognerà aspettare almeno quindici giorni di parzialissima riapertura del Paese per avere tutte le rassicurazioni necessarie. Mi auguro che si possa ripartire entro giugno, anche perchè altrimenti lo Stato avrebbe un altro settore in crisi”. Lo ha dichiarato il leader della Lega Matteo Salvini, intervenuto a “La politica nel pallone” su Gr Parlamento, intervenendo sul dibattito della possibile ripresa del campionato di Serie A, attualmente fermo dallo scorso 9 marzo per via della pandemia.
“Ho sentito diversi dirigenti dei club: se non si riparte entro l’estate molte società rischiano il fallimento – ha proseguito Salvini – Il calcio è sport e passione, ma anche business e azienda. Tutti coloro che ne parlano nel Governo devono capire che, se si ferma il calcio, si fermano anche tutti gli altri sport. Ci sono in ballo migliaia di posti di lavoro. Mi pare che da parte di qualcuno ci sia mancanza di conoscenza, perché lo sport va conosciuto non solo in superficie: parliamo di trecentomila posti di lavoro, pensiamo anche a tutto l’indotto. Se il ministro non permettesse la ripartenza del campionato, a occhio e croce ci sarebbe un altro miliardo da reperire. Mi sembra che non ce lo possiamo permettere: prima di mettere in ginocchio un intero settore produttivo ci penserei tre volte”.
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