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Il blue monday chiude la ventesima giornata di Serie A e le big impegnate, Milan e Juventus, in campo con un giorno di ritardo dopo la Supercoppa di Gedda, non deludono le attese e vincono rispettivamente contro Genoa e Chievo, non senza qualche difficoltà. I bianconeri restano primi in classifica con nove punti di vantaggio, i rossoneri tornano a sorpresa al quarto posto e proveranno a difenderlo nel girone di ritorno che si prospetta come infuocato.
RONALDON’T – Non si può certo giudicare Cristiano Ronaldo per aver sbagliato un calcio di rigore, peraltro abbastanza inutile nell’economia della partita già in ghiaccio: il portoghese calcia anche abbastanza bene dal dischetto, ed è strepitoso Sorrentino nel respingere il penalty. Va detto, però, che la serata di CR7 è molto complicata anche al di là dell’episodio del tiro dagli undici metri, con conclusioni imprecise, altre ribattute, chiusure di difensori come Rossettini e Bani che stasera hanno fatto bella figura. Un passaggio a vuoto dopo tante grandi prestazioni condite da gol decisivi, l’ultima appena cinque giorni fa, è del tutto normale. Nulla da preoccuparsi per Allegri, che trova in compenso un Dybala ispiratore – suo l’assist per il 2-0 di Emre Can, il ritorno al gol di Douglas Costa (e che gol, verrebbe da dire) e un Rugani che nonostante lo scarso minutaggio riesce a trovare la via della rete. Insomma, la solita Juventus formato campionato, un 3-0 che peraltro è la prima vittoria con uno scarto maggiore di un gol a distanza di oltre un mese. Piccola nota negativa: Kean meritava forse un po’ di spazio in più nella ripresa contro i clivensi ormai rassegnati a una sconfitta ampiamente messa in preventivo prima della partenza per l’Allianz Stadium, ma anche per lui ci sarà spazio in futuro.
GENOVA PORTA BENE – Senza Higuain (e i rossoneri dovranno ormai abituarsi a ciò), senza Romagnoli, senza Kessie, senza Calabria, senza i soliti infortunati e senza Gennaro Gattuso in panchina. Il Milan pieno di assenze con il vice Riccio a guidarlo dalla panchina sbanca per la seconda volta in nove giorni il Ferraris di Genova: dopo aver battuto in Coppa Italia la Sampdoria per 0-2, è la volta ora, con il medesimo risultato, di un Genoa che crea tanto ma raccoglie pochissimo e viene sorpreso nel quarto d’ora finale dalla voglia di tornare al quarto posto del Diavolo. Le tante defezioni non hanno turbato più di tanto i rossoneri, che hanno fatto di necessità virtù. Borini in campo da titolare, una rarità, va in gol, cosa che non gli capita decisamente spesso: l’ex Roma apre le marcature prima del sigillo finale di Suso e regala così tre punti d’oro ai suoi. Leonardo può godersi Paquetà: il brasiliano è ormai calato nello schema rossonero, e anche se a volte eccede con delle finezze fumose, la sua fisicità è importante e la sensazione di trovarlo sempre nel vivo del gioco palpabile. E tra le tante assenze, ce n’era una che interessava entrambi i club, quella di Piatek. Il polacco, ormai a un passo dal trasferimento al Milan, era squalificato e non ha potuto aiutare per l’ultima volta un Grifone che difficilmente può affidarsi a Pandev o Favilli per far coppia con un ottimo Kouame fino al termine della stagione.