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Il professor Alberto Villani, membro del Comitato tecnico-scientifico istituito dal Governo nonché Presidente della società italiana pediatria, è intervenuto a Radio Marte nel corso del programma “Si gonfia la rete”: “Il Comitato tecnico-scientifico esprime pareri specifici su punti specifici, poi c’è la valutazione politica su ciò che va fatto è come. Noi, in merito al calcio, possiamo ribadire che il tampone è la fotografia di un momento. Se un giocatore fa il tampone di martedì ed è negativo (peraltro senza certezza al 100% ma al 70-80% dei casi), può essere dovuto anche ad altri fattori e bisogna tenerne conto. Il fatto che il tampone dica che è negativo non dà certezza sul fatto che non possa diventare positivo successivamente. Il Comitato non detta condizioni ma fa valutazioni e ha il dovere di farlo. Spadafora dice che le nostre valutazioni siano vincolanti, io dico che ciò che è vincolante è il coronavirus. Dipende tutto da lui, ed è la situazione sanitaria che determina valutazioni e scelte. In Corea del Sud c’è stata un’apertura e ora la situazione è precipitata, anche nel resto del mondo ci sono casi analoghi e negli Stati Uniti, dove i bambini hanno continuato la frequenza scolastica e oggi c’è una situazione drammatica”.
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Un commento poi alle parole di Tommasi: “Se è possibile fare dei cambiamenti al protocollo in corso d’opera? E’ questo il nocciolo della questione. Noi dobbiamo valutare periodicamente tutte le situazioni e adattare di conseguenza i provvedimenti da prendere (quindi i test e gli esami da fare). Se continuasse un trend favorevole e quindi si riuscisse a diminuire la contagiosità, allora forse potremmo venire maggiormente in contro al calcio, ma vi dico che di rientro dalla riunione odierna del comitato sono passato per Ponte Milvio e ho visto una situazione molto preoccupante. Quindi cauti con l’ottimismo, perché tutto dipende dal senso di responsabilità dei cittadini. I comportamenti delle persone sono alla base di tutto. Se le precauzioni non si prendono si prenderanno a dovere, l’Italia rischia ancora”.
Sul modello Germania ha poi chiosato: “Solo il positivo in quarantena? Finora l’Italia sta rappresentando un modello nel mondo, e lo dico con orgoglio. Perché non facciamo la domanda inversa e non ci chiediamo perché non siano loro ad adottare il nostro protocollo, più tutelante? In questo momento io preferisco stare in Italia che non in Germania”.
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