Se cercavamo delle conferme su questa Serie A, gli anticipi della ventinovesima giornata ce ne danno tante. Ci dicono che alla Lazio riesce meglio di rimontare piuttosto che prodigarsi nella gestione di un vantaggio, e che la Juventus pur non brillando eccessivamente dal punto di vista del gioco, comunque in netto miglioramento, è in grado di soffrire poco e di colpire al momento giusto con le proprie stelle. E soprattutto, che lo scontro scudetto resta a distanza: i biancocelesti chiamano e per due ore sono a -1, ci pensano i bianconeri a rispondere riportandosi a +4 in un martedì che chiude il mese di giugno e prepara a un luglio in cui si scopriranno tante cose e si assegnerà il campionato.
LE RIMONTE CHE FUNZIONANO – A Torino la squadra di Inzaghi, oggi squalificato e sostituito da Farris, è già sotto per via di un rigore provocato dal trascinatore Immobile, che per una volta è maldestro all’interno dell’area, la sua. Mano galeotta e gol del gallo Belotti che però non fa scoraggiare i biancocelesti. E’ anche demerito dei granata, che impostano il resto del match in una sorta di difesa a oltranza, e contro il secondo attacco del campionato non può funzionare. Lo stesso Immobile segna il pareggio calibrando al meglio il mirino al terzo tentativo della sua partita, il raddoppio lo segna Parolo aiutato da una deviazione, che però è quasi inevitabile quando ci si schiaccia così tanto come ha fatto la squadra di Longo. Aggressività, cinismo, corsa: è questa la Lazio versione post-Bergamo, la lezione è stata imparata. Contro il Milan nel prossimo turno sarà però davvero complicato: i rossoneri sono in forma e soprattutto mancherà proprio Immobile, squalificato. Così come Caicedo, stasera evanescente, anche lui out sabato per un cartellino di troppo. Sarà un attacco tutto da riscrivere.
I TRE TENORI ILLUMINANO MARASSI – A pochi chilometri di distanza e a un quarto d’ora dal termine della sfida del Grande Torino, è toccato ai bianconeri di Sarri non cedere alla pressione. Missione compiuta e senza troppi patemi d’animo contro un Genoa senz’anima e tutto arroccato dietro per scelta. Nel primo tempo tiro al bersaglio degli ospiti, ma Perin salva la baracca, che cede inesorabilmente nella ripresa sotto i colpi dei fenomeni bianconeri. I tre tenori – al netto di Bernardeschi che non ha comunque sfigurato – illuminano Marassi che senza pubblico è davvero un’altra cosa e segnano un gol più bello dell’altro. Dybala apre le danze, nel senso letterale del termine, con un super slalom che si conclude col put golfistico all’angolino. Ronaldo raddoppia con un’azione personale conclusa da un tiro violentissimo e imparabile, dimostrando di aver pian piano ripreso a far girare al meglio il proprio inesauribile motore. E poi c’è Douglas Costa, ancora una volta subentrante, stavolta capace di lasciare il segno con un destro a giro semplicemente mozzafiato. Poteva andare comunque meglio per la Juve, che stavolta non riesce a mantenere la porta inviolata come invece capitato in diverse partite di fila: nel finale è Pinamonti a bucare Szczesny, ma a risultato ormai acquisito con autorità. E per la Vecchia Signora sabato è tempo di mettersi alla prova nel derby della Mole, proprio contro un Torino che non è riuscito a fermare la Lazio, ma che proverà a indirizzare la lotta scudetto riprovandoci con i bianconeri. Gli interessi in ballo sono leggermente superiori.