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L’Inter sprofonda anche contro il Bologna, che appena sette giorni fa aveva perso in casa 0-4 contro il Frosinone, e nel giro di una settimana deve metabolizzare la terza sconfitta consecutiva tra campionato e Coppa Italia, competizione nella quale è arrivata l’unica vittoria nell’anno nuovo, contro il Benevento. I nerazzurri giocano un primo tempo da horror, non producono azioni degne di nota e sembrano sempre proporre delle azioni con troppo scoramento e poca convinzione. E se una delle poche certezze, l’abilità nel difendere sui calci piazzati avversari, viene meno per la seconda domenica di fila, è chiaro come i campanelli d’allarme per Spalletti siano tantissimi. Per la terza volta consecutiva arriva lo zero alla voce dei gol segnati, ma se contro il Sassuolo era arrivato un non ancora preoccupante pareggio a reti bianche, contro i felsinei così come nello scorso turno a Torino lo 0-1 pesa e arriva proprio dagli sviluppi di un calcio d’angolo avversario. Santander fa un gran gol, ma l’attenzione di tutto il blocco difensivo sembra rivolta altrove. Le cose non vanno granché meglio della ripresa, dove i cambi non danno la spinta giusta, anzi: Lautaro peggiora le cose là davanti e non si intende con un Icardi ai minimi storici (per meritarsi un rinnovo a certe cifre serve ben altro), Joao Mario non fa meglio di un Nainggolan comunque volenteroso, e la mossa di inserire Ranocchia nel finale con compiti di attaccante aggiunto sembra quasi il canto del cigno per il progetto nerazzurro di Spalletti. L’ombra di Antonio Conte incombe.
All’Olimpico Roma e Milan non si fanno del male e pareggiano 1-1 in quello che era lo scontro per il quarto posto. Tanti gli spunti in casa giallorossa, su tutti la reazione dopo l’umiliazione di Firenze, con Daniele De Rossi che torna in campo ed è protagonista di una prestazione pazzesca: il numero 16 prende per mano la squadra, che poteva sbandare sensibilmente anche in virtù dell’ambiente ostile dell’Olimpico, e la conduce alla reazione dopo l’iniziale svantaggio firmato da Piatek. Da De Rossi a Zaniolo, che segna il gol del pareggio e nonostante la generazione di differenza è anche lui uno dei leader silenziosi di questa squadra. Il secondo tempo dei padroni di casa é confortante, mentre i rossoneri ancora una volta partono bene e finiscono un po’ a corto di benzina. Un pareggio interlocutorio, con gli ospiti che non allungano ma comunque difendono il quarto posto: per loro, forse, il punto é più in bicchiere visto mezzo pieno. Non perdere questo scontro diretto era il primo imperativo categorico, vincere sarebbe stato strepitoso per allungare in classifica e chiudere una settimana più da Dio che da Diavolo, almeno quello visto negli ultimi anni: arriva un pari dopo una prestazione forse sottotono di molti protagonisti. In più, con questo pareggio la squadra di Gattuso ha gli scontri a favore con i capitolini. Restano ancora sedici giornate, il quarto posto al momento resta nelle mani rossonere, ma il cammino è ancora lungo.