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Gli ultimi 90′ di Serie A hanno regalato emozioni su (quasi) tutti i campi: c’era in ballo la Champions League e la salvezza, e poi le emozioni di un uomo come De Rossi al capolinea dell’avventura con la maglia della Roma. Le attese non sono state deluse, con Atalanta e Inter che sono riuscite a difendere, in qualche modo, terzo e quarto posto dall’assalto del Milan: i rossoneri devono dunque accontentarsi dell’Europa League in attesa del giudizio dell’Uefa. L’altro verdetto riguarda la lotta salvezza: un Empoli indomito perde a San Siro ed è costretto a retrocedere nonostante la classifica reciti Genoa 38 punti ed Empoli 38 punti, con la differenza, sottilissima ma quanto mai pesante, che i rossoblu sono avanti negli scontri diretti.
CE LO CHIEDE L’EUROPA – Lo chiedeva l’Europa, Inter e Atalanta rispondono. Le due nerazzurre giocheranno nella competizione più importante nella prossima stagione, e se per i primi era un obbligo raggiungere la qualificazione, anche se è arrivata soffrendo maledettamente, per gli orobici si tratta di un incredibile quanto impensabile risultato. Nella serata in cui si cominciano a scoprire i risultati delle elezioni Europee, da Strasburgo occorre spostarci a Nyon, perché l’Italia elegge le ultime due qualificate: l’Inter è in Champions per il secondo anno consecutivo, ancora una volta in bilico fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata, e ancora una volta trovandosi fuori per diversi minuti, prima della rete risolutiva di un Nainggolan che nella seconda parte del girone di ritorno è tornato su livelli importanti.
RETROCEDERE CON ONORE – La vittoria dell’Inter condanna l’Empoli alla Serie B: i toscani hanno collezionato palle gol a non finire, ma l’imprecisione e un Handanovic in stato di grazia negano la salvezza, che sarebbe stata francamente meritata per il volume di gioco creato nell’ultimo mese dove erano arrivate tre successi in fila dopo lo stop di oggi. Si salvano così Fiorentina e Genoa, che pareggiano 0-0, ringraziano la squadra di Spalletti e mettono alle spalle una stagione orribile, col pensiero al prossimo anno con – probabilmente – nuovi progetti e nuove società.
UN’ANNATA PARTICOLARE – L’impresa dell’anno è quella dell’Atalanta: gli orobici reagiscono alla sconfitta in finale di Coppa Italia e nell’altro appuntamento da non fallire si fanno trovare pronti e regalano alla città di Bergamo un vero e proprio sogno che si trasforma in realtà: è la prima storica qualificazione della Dea in Champions, arriva al Mapei Stadium, dove affondano i ricordi della cavalcata in Europa League della scorsa stagione, e giunge in rimonta, come spesso accaduto per i nerazzurri in questa stagione. Zapata, Gomez e Pasalic, tre dei protagonisti insieme a Ilicic di questa splendida stagione, trovano il 3-1 contro un Sassuolo che non aveva nulla da chiedere, ma solo sulla carta, visto che in campo è stata partita vera e i due cartellini rossi rimediati dai neroverdi lo stanno a testimoniare. L’artefice di questa stagione da incorniciare è su tutti Gian Piero Gasperini, che però potrebbe non godersi fino in fondo quanto realizzato, visto che le indiscrezioni di mercato lo segnalano vicino alla panchina della Roma.
L’ULTIMA DEL CAPITANO – Proprio a Roma i giallorossi salutano Daniele De Rossi, all’ultima con la maglia dei capitolini dopo una storia d’amore iniziata nel 2001 e terminata, non di certo per volontà del centrocampista con la maglia numero 16, tra gli applausi e l’ovazione dei tifosi. Tristezza per l’addio, tanta commozione per un rapporto che non ha avuto probabilmente la fine che avrebbe meritato. Lacrime anche per Claudio Ranieri, al quale la curva sud dedica uno striscione per ringraziare il tecnico di Testaccio di aver accettato questa sfida. Il commiato di De Rossi, che continuerà a giocare altrove, coincide con una vittoria inutile ai fini della classifica (Pellegrini nel primo tempo, poi botta e risposta nel finale tra Gervinho e Perotti), ma che serve almeno a regalare un sorriso in più al Capitano nel giorno più triste.
QUESTIONE DI UN PUNTO – E poi c’è il Milan. La vittoria a Ferrara contro una Spal già salva ma per nulla in vacanza non è bastata per regalare alle 22.30 il tanto atteso ritorno in Champions League. Un punto costringe i rossoneri a guardare Inter e Atalanta andare nella competizione più importante, dovendosi accontentare, si fa per dire, del quinto posto che apre le porte solo per l’Europa League, in attesa del giudizio dell’Uefa sul fronte del fair play finanziario. Non era certo l’obbiettivo preventivato dalla società, e per questo Gattuso rischia: ciò che fa più riflettere, però, è l’incredibile mole di punti bruciati tra marzo e aprile che ha ridotto sempre più il vantaggio sulle inseguitrici e che a maggio ha visto il mondo capovolgersi. Fuori dalla zona Champions nonostante quattro vittorie consecutive fino alla fine, una beffa che poteva essere evitata e che adesso mette in difficoltà Elliot e i suoi piani per la crescita del club.
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