Il weekend della 14esima giornata di Serie A è stato sicuramente uno dei più rilevanti dal punto di vista della classifica. Per la prima volta da inizio campionato infatti si può notare un distacco rilevante tra il gruppo di testa, formato dalle prime sei in classifica, e fondamentalmente tutte le altre. La novità più rilevante è che in questo gruppo di testa manca il Napoli, una delle squadre più attese al varco all’inizio della stagione, sconfitto domenica dal Bologna in casa propria per 1-2.
È piuttosto evidente che i problemi degli azzurri nascano da quell’episodio in ritiro, ma guai a credere che si tratti di una crisi solo sul piano mentale. Le difficoltà della squadra di Ancelotti sono anche nella mancanza di un sistema di gioco codificato a cui fare appiglio nei momenti più problematici. Questo, unito ad una situazione ambientale complessa, sta portando i partenopei ad un’incredibile differenza di rendimento tra Serie A e Champions, quando invece tutti sembrano uniti e concentrati. Domani il Napoli andrà di nuovo in ritiro, forse per mandare un segnale. Certo ad oggi c’è soltanto da ricostruire, ricordandosi che le potenzialità degli azzurri sono quelle da terza forza del campionato. Ma con le potenzialità da sole non si combina davvero nulla.
L’altra evidenza nel gruppo di testa, già presente da settimane in realtà, è la presenza di un sottogruppo formato da Inter e Juventus, le squadre in lotta per il titolo. I nerazzurri hanno compiuto il tanto atteso sorpasso battendo per 2-1 la SPAL, in una partita vinta in un tempo e gestita nell’altro. Rimane la sensazione che Conte abbia bisogno di qualche innesto a gennaio per allungare la profondità della rosa, soprattutto a centrocampo, dove senza Barella e Sensi c’è una chiara mancanza in termini di qualità. La Juve invece almeno stavolta non è riuscita a sistemare le cose all’ultimo secondo, una cosa che le è riuscita parecchie volte in questo campionato. Il pari col Sassuolo ci parla di una squadra certamente affamata, ma prima di tutto fragile e che ha comunque avuto bisogno di subire una rimonta prima di iniziare a fare davvero il suo gioco. Quando i campioni d’Italia inizieranno a giocare partite intere, e non spezzoni, della qualità dell’ultima mezz’ora vista domenica allora Sarri potrà dirsi soddisfatto. Fino a quel momento c’è solo da lavorare, posto che un punto di svantaggio o di vantaggio con ancora 24 partite da giocare significa poco più di nulla.
Per quanto riguarda la bagarre nella corsa-Champions possiamo dire che non è stato un weekend particolarmente rilevante. Lazio, Atalanta, Roma e Cagliari hanno vinto tutte: le prime due con comodo, contro avversari di sicuro non al loro livello, affidandosi ai colpi dei loro attaccanti. I giallorossi invece hanno avuto qualche grattacapo in più ma alla fine sono stati la prima squadra a segnare tre gol all’Hellas, raccogliendo tre punti sofferti ma meritati. Il successo più rilevante è sicuramente quello del Cagliari, che ieri sera ha raddrizzato nel finale una partita praticamente persa. E se Maran trova una risorsa decisiva anche in Cerri, il punto interrogativo più grande dei rossoblù da qualche mese, allora bisogna davvero considerare i sardi come una pretendente per il quarto posto. In una corsa già così serrata e combattuta, dovesse aggiungersi il Napoli potremmo vederne davvero delle belle.
In chiusura, qualche nota sparsa: la Fiorentina è in un momento pessimo, ha perso le ultime tre partite e soprattutto continua a raccogliere meno di quanto produce. Ha perso le ultime tre partite anche il Brescia di Grosso, che già è stato mandato a casa per far spazio al ritorno di Corini. In coda, assieme ai lombardi, c’è una SPAL un po’ depressa e le genovesi, che avevano mandato qualche segnale positivo ma sembrano voler continuare a farsi male da sole. Risale un po’ la china invece il Milan, che a Parma non ha risolto i suoi problemi sul piano del gioco ma ha raccolto tre punti fondamentali per iniziare una rincorsa difficilissima. Certo il tempo c’è: 24 partite non sono poche…