[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”1132026″]
L’annata più anomala per lo sport e la vita in generale ha incoronato la Juventus come campione d’Italia per il nono anno consecutivo ma ha conosciuto un’altra protagonista: il Milan, splendida nel post lockdown e autentica dominatrice della prima fase della stagione 2020/2021. Una Serie A a porte chiuse per sei mesi su dodici, tra quotidianità stravolta da protocolli e polemiche a non finire. Il 2020 si chiude con le milanesi nei primi due posti, una Roma che occupa la terza piazza e precede un Sassuolo che non è più sorpresa, il Napoli, l’Atalanta, la Juventus e la Lazio. Troppo poco per chi, come i bianconeri, punta a vincere il decimo titolo di fila con un esordiente sulla panchina come Pirlo. Troppo poco per chi, come i biancocelesti, cerca conferme in campionato per riscattare il pessimo post lockdown del finale di stagione scorsa. E a sorprese vecchie (Hellas Verona), se ne sono aggiunte di nuove. Il Benevento di Filippo Inzaghi ha ingranato e ha permesso al tecnico di prendersi più di una rivincita. La Sampdoria di Claudio Ranieri è lanciatissima verso una salvezza tranquilla, così come la bell’Udinese di Gotti. Le delusioni invece sono le solite: Fiorentina, Torino e Genoa, ancora alle prese con la lotta salvezza.
MILAN 9
E pensare che un anno fa esatto, il Milan cadeva rovinosamente in quel di Bergamo contro l’Atalanta per 5-0. Da quel momento è cambiato tutto. O meglio è cambiato l’interprete fondamentale: Zlatan Ibrahimovic, eroe di una rivoluzione più motivazionale che tecnica. Perché anche senza lo svedese, la squadra rossonera ha dimostrato di funzionare lo stesso. Lo ha confermato per l’ennesima volta contro la Lazio in una partita che ha permesso ai rossoneri di Stefano Pioli di chiudere in vetta il 2020 da imbattuti in campionato. Chissà che strada avrebbe preso il Milan con un Ralf Rangnick in più e uno Stefano Pioli in meno. Per una volta il discorso dei ‘se’ e dei ‘ma’ non porta rimpianti ma solo una bella iniezione di fiducia. Quella per Maldini che di scelte quest’anno ne ha sbagliate davvero poche, anche quelle più istintive e sorprendenti, tipo Hauge. L’anno della consacrazione del mercato dello scorso anno e di quello attuale. Theo Hernandez e Calhanoglu sono due conferme, Bennacer è un inamovibile, Leao e Rebic sono pedine importanti e persino le soluzioni di emergenza stile Kjaer hanno rappresentato una marcia in più. Un anno perfetto, da 9. Per il 10 c’è bisogno del 2021 e della chiusura del cerchio. Che poi in questo caso altro non è che un punto di partenza.
ATALANTA 8
La qualificazione in Champions League da terza classificata a fine 2019-20 è l’ennesima impresa di una squadra che nel girone di ritorno sembra essere in grado di superarsi continuamente. Figurarsi allora quel che può valere un quarto di finale del massimo torneo continentale perso solo nel finale quando le energie mentali dei parigini hanno superato quelle fisiche dei bergamaschi. E ora la grana Gomez, nota stonata di una favola che non finirà con i due protagonisti tecnici assoluti a braccetto: il Gasp e il Papu.
JUVENTUS 7.5
La delusione Champions col Lione e un girone di andata che deludente è dir poco. Ma anche nel 2020 la Juventus ha vinto. E vincere non potrà mai essere una nota banale, nemmeno per una società che lo fa da 9 anni. Lo Scudetto con Maurizio Sarri è stato messo in cassaforte nel post lockdown quando a risultare decisivi sono state più le energie mentali che quelle fisiche. L’esonero dell’ex tecnico del Napoli è stato il risultato di un livello di prestazioni mai veramente brillanti. E il ko col Lione l’esito inevitabile. Per Pirlo però a fine 2020 ci sono addirittura undici punti in meno rispetto al collega. Troppi e al tecnico spetta un 5. In compenso, ci sono stati picchi di prestazione che Sarri non ha veramente mai toccato. Quel che è mancata è stata la continuità. E il tracollo con la Fiorentina è un segnale d’allarme da prendere in considerazione.
INTER 7.5
L’eliminazione dalla Champions League brucia ed è pesante. Ma non si può dimenticare quanto fatto dall’Inter. Chiusura ad ottantadue punti nella scorsa stagione, trentatré in questa prima fase di campionato. La nota stonata come detto è la Champions League. Ma c’è anche il cammino in Europa League che ha visto i nerazzurri andare ad un passo dal trionfo, alle spalle solo del Siviglia veterano. In campionato Conte è impeccabile, la Champions continua ad essere un suo tabù. Nel mezzo l’incognita Eriksen, mai veramente al centro del progetto. Rischia di essere un rimpianto.
BENEVENTO 7.5
L’altro Inzaghi (solo in panchina). L’altro Insigne. La rivincita di Pippo. E la rivincita di un Benevento che nel 2018 finì col retrocedere fin troppo facilmente. La squadra sannita non rinuncia a giocare in maniera propositiva e i risultati le danno ragione. Neanche il più ottimista dei tifosi avrebbe immaginato di chiudere il 2020 con 18 punti in classifica. Ne mancano due per chiudere un girone di andata perfettamente lanciato verso quota quaranta. E dopo un campionato di Serie B dominato, una partenza del genere in A è la testimonianza della crescita della società.
SASSUOLO 7.5
E’ ancora il caso di considerare il Sassuolo come una sorpresa? In attacco ha Caputo (21 gol lo scorso anno), Berardi (a 26 anni ha segnato più di Totti e Del Piero alla stessa età), Djuricic (tre gol in stagione) e un Boga che fa gola ai big club. Il risultato è un quarto posto che parla da solo. Ventisei punti sono un numero mostruoso.
HELLAS VERONA 7
Cambiano gli interpreti, non cambia l’Hellas Verona. Il motivo? Non cambia Juric che a precisa domanda, ha voluto difendere i suoi ex: “I giocatori che abbiamo venduto sono cresciuti tantissimo, e possono fare bene nelle squadre in cui sono arrivati. Penso che chi ha preso i giocatori che avevamo lo scorso anno abbia fatto un affare, perché sono giocatori forti”. Quarantanove punti e nono posto nel 2019/2020 da neo promossa. Già quota venti e un posto tra le prime dieci in questo girone di andata. Se non è un capolavoro, poco ci manca. Soprattutto perché da quest’estate, Juric ha dovuto ricostruire la squadra da zero.
ROMA 6.5
La Roma chiude al terzo posto il 2020. Difficile pronosticarlo in un inizio stagione segnato dal cambio di proprietà (buono l’approccio dei Friedkin), dall’infortunio di Zaniolo e dal ko a tavolino contro l’Hellas Verona. Eppure da quel momento la squadra giallorossa è stata impeccabile con le piccole e in difficoltà con le big (tre pareggi negli scontri diretti fin qui). Ora per Paulo Fonseca sarà necessario trovare la continuità necessaria in quel gennaio che lo scorso anno portò via troppi punti. Nel complesso, nonostante il passo falso di Europa League contro il Siviglia, il 2020 della Roma è più che positivo.
SAMPDORIA 6.5
Sono pochi gli allenatori nella storia che possono dire di saper mettere ordine meglio di Claudio Ranieri. Anzi, il romano è probabilmente il tecnico più bravo degli ultimi anni ad entrare in corsa, correggere quel che non va e rimettere in carreggiata una squadra. Ci è riuscito con i blucerchiati: prima la salvezza con quota 42 punti dopo aver preso la squadra all’ultimo posto col peggior avvio della storia, poi i 17 punti nella stagione in corso. Non male. Semplicemente Claudio Ranieri.
UDINESE 6
Una salvezza tranquilla nel 2019/2020, un buon inizio in questa stagione. L’Udinese di Gotti fa sfoggio di qualità grazie al solito De Paul e ai nuovi Pereyra e Deulofeu. Sta a Gotti trovare il giusto equilibrio. E finora sembra esserci riuscito.
PARMA 6
Se l’esonero di D’Aversa sarà motivo di rimpianto o di orgoglio per il coraggio mostrato lo dirà solo il tempo. Quel che è certo è che a Liverani servirebbe un miracolo per sfondare quota 49 punti, quella conquistata dall’ormai ex tecnico la scorsa stagione. Il Parma sembra una squadra assemblata male. Ma soprattutto sembra essere una squadra vecchia, con pochi talenti. E Gervinho non è più quello di un tempo.
BOLOGNA 6
Minimo sindacale. Quindi sei. La sensazione è che il Bologna abbia effettivamente ottenuto gli obiettivi realistici tenendo conto della rosa. Per quarantuno partite consecutive, la squadra di Mihajlovic ha subito gol. Da quel momento la situazione non è migliorata. Ventisette reti subite sono tante. Ora è il momento del salto di qualità.
LAZIO 6
Quei tre mesi magici di inizio anno si sono sciolti a causa del lockdown. Chissà cosa avrebbe potuto combinare la Lazio di Inzaghi in quel finale di stagione. Alla fine chiuse con un quarto posto segnato dai tanti impegni giocati da chi aveva sacrificato l’Europa proprio per non scendere in campo più di due volte in una settimana. Una beffa. Deludente in avvio di Serie A 2020/2021. Ma c’è la qualificazione agli ottavi di Champions League da prendere in considerazione. E alla fine la sufficienza la Lazio la merita.
CROTONE 6
Salvarsi sarà complicato. Ma nelle ultime quattro partite sono arrivati sette punti e prestazioni più che convincenti. Quantomeno c’è la speranza di una maxi rimonta sulla falsariga della stagione 2016/17. E poi c’è la promozione col secondo posto alle spalle del solo Benevento schiacciasassi.
SPEZIA 6
Chiudere il 2020 fuori dalla zona retrocessione da neo promossa non può essere un risultato da sottovalutare. Soprattutto se si considera che lo Spezia tutto ha fatto fuorché snaturarsi. La zona calda è lì, ad un punto ma lo Spezia ha le carte in regola per fare bene. E con un Nzola così (sette gol, dieci presenze, meno di 10 tiri in porta) tutto è possibile.
CAGLIARI 5.5
Un girone di ritorno sotto tono nel 2019/20 e salvato solo dal meraviglioso inizio di stagione, un girone di andata 2020/2021 al di sotto delle aspettative. Per l’anno del centenario ci si aspettava senza dubbio qualcosa in più. Anche perché la società non ha certo badato a spese. Godin, Nandez, Cragno sono profili che non possono lottare per la salvezza.
GENOA 5
La salvezza arrivata solo sul gong non è bastata a Nicola per guadagnarsi la riconferma. Così come non è bastato a Maran il pareggio contro l’imbattibile Milan. Alla fine il Genoa è tornato nelle mani esperte di Ballardini, alla quarta avventura diversa in una stessa squadra. Come Liedholm alla Roma. E la salvezza sembra avere le sembianze di un cammino in salita. Eppure il talento non manca al Genoa. Dalla difesa (Pellegrini), al centrocampo (Rovella), all’attacco (Scamacca).
FIORENTINA 3.5
La vittoria all’Allianz Stadium lascia ben sperare ma corregge solo in parte quello che in fin dei conti è un anno disastroso. Lo spettro della salvezza nel pre lockdown è stato spazzato via da prove convincenti nel luglio di fuoco. Poi l’avvio di stagione è stato coerente con gli ultimi anni. E così Ribery si trovò nuovamente a fare i conti con i bassifondi della classifica. Troppo poco per una squadra che ha grandi giocatori e grandi prospetti.
TORINO 3
Premessa: il Torino ha perso ventitré punti da situazioni di vantaggio. Troppi. Tanti anche nell’ultima mezz’ora di gioco. Se il Torino del finale di 2019/2020 aveva seri problemi, quello di Giampaolo sembra avere problemi più di concentrazione che di altra natura. Il miglior attacco delle ultime undici classificate è proprio dei granata, ultimi in classifica. Una reazione che ancora latita. Soprattutto dopo la paura della scorsa stagione con la zona calda fin troppo vicina per le ambizioni dei granata. Un 8 invece ad Andrea Belotti, commovente nei momenti più difficili della stagione.
[the_ad id=”668943″]
[the_ad id=”676180″]