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Escludendo la gara da recuperare tra Lazio ed Hellas Verona, con la vittoria del Parma sul Lecce di ieri sera si è concluso il girone d’andata della Serie A 2019-2020. Il weekend della 19esima giornata ci ha portato in dote tanti big match, tutti ricchi di spunti e con una grossa verità di fondo: vincere una partita in Italia non è mai semplice. Basti chiedere all’Inter, fermata sabato sera dall’Atalanta. O forse sarebbe meglio dire che è stata l’Atalanta ad essere fermata dall’Inter: a San Siro, i bergamaschi avrebbero meritato sicuramente qualcosa in più. Come al solito però a fare la differenza è stato il grande cinismo dei ragazzi di Conte, che dopo la sosta non sono ancora tornati ad esprimersi al meglio sul piano delle prestazioni ma si sono fatti trovare più attenti e reattivi. Il discorso della “coperta corta” può reggere fino a un certo punto: in realtà dopo un avvio di stagione folgorante i nerazzurri non sono più tornati ad esprimersi su quei livelli, certamente a causa degli infortuni ma anche perché, in generale, andare sempre al massimo non è possibile per nessuno.
Ringrazia dunque la Juventus, anche lei più cinica che bella a Roma, ma vincente e dunque campione d’inverno. Quella dell’Olimpico è stata sicuramente una vittoria importante per la Signora, perché è arrivata in trasferta contro un avversario forte, perché ha permesso di acquisire un minimo vantaggio sull’Inter, perché è soprattutto grazie a questo genere di partite che i bianconeri hanno vinto gli ultimi otto campionati. Ma il punto critico è proprio questo: dall’arrivo di Sarri ci si aspettava un modo di vincere diverso da quello esibito domenica sera, con la Juve che ha lasciato il dominio territoriale alla Roma. Ormai siamo giunti a gennaio e il fatto che ai bianconeri manchi ancora un’identità di gioco ben definita è un aspetto che potrebbe pesare molto nei prossimi mesi. A Sarri spetta il compito di forzare quest’ultimo step di crescita senza il quale Madama rischia di trovarsi in un limbo pericolosissimo, una di quelle fragilità che nei momenti decisivi pesano moltissimo.
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Il terzo big match di giornata in programma era quello tra Lazio e Napoli. L’epilogo della gara è stato quello più scontato: gli azzurri belli e inconcludenti, i biancocelesti che ne approfittano all’ultimo secondo per portare a casa la decima vittoria consecutiva. Non c’è che dire, i numeri dei ragazzi di Inzaghi fanno paura: ma nel 2020 sono le prestazioni ad essere un po’ calate. E per tenere il ritmo di Juve ed Inter, le Aquile dovranno tornare sui livelli di fine 2019: altrimenti pure per loro potrebbe tutto complicarsi nella seconda metà di stagione, quando i punti iniziano a pesare di più e difficilmente ci saranno avversari che fanno regali come quello di Ospina. Ancora poco da dire sul Napoli, a cui ancora manca una serenità che in queste grandi partite è difficile ritrovare – il problema è che i prossimi avversari saranno Fiorentina e Juventus.
E tra l’altro proprio la Fiorentina è tornata a vincere, scrollandosi di dosso un po’ di negatività. Negatività che invece resta latente intorno a SPAL, Brescia e Genoa, le compagini attualmente in zona retrocessione e probabilmente davvero le peggiori tre di questo girone d’andata. Hanno chiuso male anche Lecce e Sassuolo, le due realtà più interessanti dal punto di vista del gioco ma entrambe in caduta libera in classifica. L’Udinese ha invece colto tre vittorie consecutive e fatto un balzo importante in avanti, verso una salvezza col marchio di fabbrica del portiere Musso, uno da tenere assolutamente d’occhio.
Un’altra squadra che sembra aver trovato finalmente dei margini per risollevarsi è invece il Milan, vincente e convincente a Cagliari. Pioli ha avuto il coraggio di fare delle scelte nette escludendo Suso e Piątek e ha avuto ragione. Con Ibrahimović come punto di riferimento i rossoneri hanno trovato più sicurezza e sono usciti indenni da uno degli stadi più difficili del nostro campionato. Ci vuole sempre il condizionale ormai quando si parla di Milan, ma in attesa di capire quali saranno le altre mosse di Maldini e Boban a gennaio, sul campo il Diavolo è riuscito finalmente a farsi valere e a ricordare a tutti di avere comunque delle qualità migliori di quanto non dica la sua classifica. Vedremo cosa succederà nella seconda metà di stagione, al Milan e a tutte le altre: ci sentiamo settimana prossima per la prima di ritorno.
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