In Evidenza

Serie A ed Europa, il pagellone della stagione 2023/2024: Inter e Atalanta 9.5, Napoli da 3

Inter campione
Inter campione - Foto Fabrizio Carabelli/IPA Sport

Neanche un 10, ma solo perché è il pagellone della stagione e tiene conto del rendimento in tutte le competizioni, Europa inclusa. Però le migliori della classe sono già note: Inter e Atalanta con due stagioni storiche, leggendarie, impresse già nella memoria collettiva. Poi il Bologna e la sua incredibile qualificazione in Champions League. Compitino per Milan e Juventus. Rimandate a settembre con debiti Roma e Lazio. Bocciata il Napoli che non è riuscito ad onorare quello Scudetto sul petto conquistato da Luciano Spalletti.

LE PAGELLE

INTER 9.5

Un dominio: la più continua, la più forte, la più brava nelle scelte iniziali. Scudetto vinto con cinque giornate d’anticipo, eguagliato il record della Serie A (cinque anche per il Napoli 2022/23, la Juventus 2018/19, l’Inter 2006/07, la Fiorentina 1955/56 e il Torino 1947/48). Come se non bastasse i giochi sono stati chiusi nel derby per la prima volta nella storia: un po’ di pepe in più nel titolo della seconda stella. L’unico rimpianto è la Champions e quel confronto con l’Atletico.

MILAN 6.5

“A fare la differenza nel nostro ambiente è il fatto che a vincere lo Scudetto sia l’Inter e ad eliminarci dalla Champions sia stata sempre l’Inter. Quando vinceva la Juve e il Milan arrivava quinto, sesto o secondo, tutto sommato veniva dipinta come una squadra che aveva fatto quel che doveva fare. Ora i nostri errori vengono rimarcati di più visto che a vincere è la rivale”. Difficile dare ragione a Pioli. Col secondo posto e una Champions mai in discussione la stagione è sufficiente, ma in casa Milan non può bastare. Ed è un messaggio che l’allenatore non può mandare dopo due derby persi in una settimana: quello cittadino con l’Inter e quello europeo con la Roma.

JUVENTUS 6.5

Senza le fatiche per gli impegni europei, la squadra di Massimiliano Allegri avrebbe dovuto fare molto di più in campionato. Venticinque punti nel girone di ritorno: otto squadre hanno fatto meglio. La Coppa Italia vale il 6.5 alla stagione.

ATALANTA 9.5

Un capolavoro. La Champions conquistata in campionato quasi non fa più notizia, mentre l’Europa League è un trionfo storico e il fatto che sia arrivata in un percorso contro Sporting, Liverpool, Marsiglia e Bayer Leverkusen aggiunge valore all’impresa degli uomini di Gian Piero Gasperini. C’è margine per fare ancora di più in campionato.

BOLOGNA 9

Chi l’avrebbe detto? Nessuno, appunto. Eppure qualche segnale c’era. Thiago Motta già lo scorso anno aveva fatto intravedere qualche meccanismo da big, ma quest’anno è arrivata la consacrazione definitiva. Il Bologna ha guadagnato 68 punti in questo campionato in 38 partite e nella sua storia in Serie A solo tre
volte ha fatto meglio calcolando i tre punti a vittoria anche quando questi non erano previsti: 69 nel 1930/31, 71 nel 1931/32 e 76 nel 1963/64. Diciassette i clean sheet. Una Champions inaspettata e meritatissima, che arriva a 59 anni dall’ultima volta.

ROMA 5

Male con Mourinho, meglio con De Rossi, ma alla fine il doppio impegno Europa-campionato è stato fatale al tecnico esordiente in Serie A. La semifinale di Europa League è comunque un ottimo risultato, viste le avversarie eliminate (Feyenoord, Brighton e Milan), ma la Roma chiude per il terzo anno consecutivo al sesto posto con 63 punti. Stavolta con Dybala e Lukaku insieme. Troppo poco, pochissimo.

LAZIO 5.5

Maurizio Sarri lo aveva fatto capire: il secondo posto dello scorso anno andava preso con le pinze. Però la settima piazza è fin troppo deludente, anche se sembra evidente che a Formello si sia chiuso un ciclo con alcuni veterani dello spogliatoio. Tudor ha parzialmente sistemato le cose e portato a casa la qualificazione in Europa League. I lampi più belli in Champions: il gol di Provedel, la vittoria di Glasgow, l’1-0 al Bayern all’Olimpico regalano autostima europea in vista dei prossimi appuntamenti continentali.

FIORENTINA 6

Una qualificazione in Conference che sa di compitino. Una finale giocata in un modo imperdonabile contro un Olympiacos con meno talento e soluzioni. Sfuma ancora il primo trofeo dell’era Commisso. Italiano può salutare con tre finali perse e un’esperienza tra alti e bassi.

TORINO 6

“Senza Europa me ne vado”. In realtà, anche quando l’ultima speranza Uefa è spuntata con la finale della Fiorentina, Ivan Juric aveva già deciso di lasciare il club granata a fine stagione. Tre anni sempre tra le prime dieci: 10°, 10° e 9°. Il tecnico croato ha tradotto sulla classifica il valore della rosa, senza riuscire a sovraperformare come Thiago Motta a Bologna. O meglio: ha raggiunto picchi di prestazione alti, ma ha fallito l’esame della continuità, con la complicità anche della sfortuna (l’infortunio di Schuurs ad inizio anno è stata una mazzata). Merita però un applauso: non ha mai cercato alibi e ha sempre provato ad alzare l’asticella con le dichiarazioni, anche a suo svantaggio. Non è poco in un ambiente dove molti suoi colleghi fanno continuamente l’opposto.

NAPOLI 3

Una delle peggiori difese dello Scudetto della storia. E la cosa più frustrante per i tifosi è che i segnali c’erano tutti. L’errore alla base è stato forse quello di ridimensionare i meriti di Luciano Spalletti nel capolavoro dello scorso anno. Rudi Garcia era reduce da un’avventura in Arabia Saudita e nelle ultime cinque stagioni in Ligue 1 non è mai andato oltre il quarto posto, eppure è stato scelto per cercare di bissare il risultato dell’anno precedente con un Kim in meno. Il Napoli ha conquistato complessivamente 53 punti in questo campionato: prima del 2023/24, i due peggiori rendimenti stagionali per una squadra che ha iniziato il torneo da campione d’Italia in Serie A nell’era dei tre punti a vittoria sono quelli del Milan 1996/97 (43 punti) e della Juventus 1998/99 (54). Imperdonabile.

GENOA 7.5

Più vicina all’Europa che alla zona retrocessione. La fiducia, alla luce di acquisti importanti come quello di Retegui, c’era ma Alberto Gilardino ha comunque realizzato una piccola opera d’arte. Quarantanove punti in campionato: nelle precedenti 11 stagioni disputate in Serie A solo nel 2014/15 ha fatto meglio (dieci in più e 6° posto in classifica).

MONZA 6.5

Confermarsi non era facile, a maggior ragione in una stagione iniziata con un grave infortunio come quello di Caprari. Eppure, Raffaele Palladino si è confermato tecnico validissimo. Nel finale, a salvezza acquisita, la squadra ha avuto un calo. Per sognare l’Europa manca ancora qualcosa.

HELLAS VERONA 8

Un capolavoro che porta la firma di Marco Baroni dopo un mercato di gennaio che ha sostanzialmente consegnato al tecnico una squadra tutta nuova. L’allenatore è partito da zero e dal terzultimo posto, ma è riuscito a dare una quadratura ad una rosa che dal girone di ritorno ha collezionato solo un punto in meno di Juventus e Napoli. Seconda salvezza consecutiva per Baroni, che si candida a palcoscenici più prestigiosi.

LECCE 7

Giovane, organizzata, vigorosa. La squadra di D’Aversa prima e Gotti poi non è mai stata in zona retrocessione in tutto il campionato e alla fine ha conquistato la salvezza con tre giornate di anticipo. Tanti i calciatori che quest’anno hanno mostrato un grande salto di qualità, soprattutto a sinistra dove Gallo e Dorgu sono stati talmente bravi da spingere Gotti a cambiare modulo per farli giocare insieme.

UDINESE 5

La sintesi l’ha fatta Pozzo: “Stagione disgraziata”. Alla fine però, con le unghie e con i denti, l’Udinese è riuscito a salvarsi all’ultima giornata con la vittoria sul campo del Frosinone. Lucca non è riuscito a non far rimpiangere Beto, ma merita un’altra chance. Perez e Samardzic i possibili sacrificati sul mercato per finanziare una campagna acquisti che non si può sbagliare. Questo campionato è stato un segnale d’allarme per una squadra che non retrocede da 29 anni.

CAGLIARI 7

Claudio Ranieri ha ottenuto la salvezza sul campo del Sassuolo alla penultima giornata. Come 33 anni prima, sempre il 19 maggio, sempre in Emilia, sempre con una giornata di anticipo. La perfetta chiusura del cerchio per un allenatore che ha fatto un altro miracolo salvezza.

EMPOLI 6

Un gol di Niang al 93′ regala la salvezza e l’ennesima impresa di Davide Nicola. Per la prima volta il club azzurro può festeggiare la permanenza in massima serie per tre anni consecutivi. Ma adesso sul mercato non si può sbagliare.

FROSINONE 5.5

Troppe le sliding doors, troppi gli episodi limite che potevano girare in un verso e sono girati nell’altro per bocciare completamente la squadra più giovane del campionato. Anzi, il Frosinone a tratti è stato bellissimo da vedere e in Coppa Italia si è regalato una notte magica a Napoli. Sfortunatissimo, però, come il suo allenatore, Eusebio Di Francesco che da quella semifinale di Champions del 2018 con la Roma non è riuscito più a sorridere sulla panchina. Continua il tabù Serie A: zero salvezze nella storia del club ciociaro.

SASSUOLO 3.5

La retrocessione parte da lontano. Dall’estate, quando la dirigenza ha deciso di non volersi liberare di Domenico Berardi. Il risultato del legarsi ad un singolo è che quando questo viene a mancare per infortunio (appuntamento forse a dicembre) la salita diventa una montagna da scalare. La stagione si è chiusa con un paradosso che lascia comunque intravedere le potenzialità dei singoli: è l’unica squadra ad aver battuto l’Inter andata e ritorno.

SALERNITANA 3

Tanta confusione. Il caso Boulaye Dia è stata la premessa non incoraggiante per una stagione da dimenticare. Poi il disordine in panchina con quattro allenatori cambiati e un mercato di gennaio che aveva il sapore di disastro annunciato: Manolas prima, Boateng poi. Nel 2015 sarebbero stati colpi da Champions.

SportFace