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In piena emergenza corornavirus tra restrizioni e ordinanze è difficile coordinare gli eventi sportivi programmati da mesi. Ma ciò che è accaduto per la ventiseiesima giornata calcistica tra Serie A e Serie B è davvero surreale. La Serie A “chiude” per coronavirus e rinvia cinque partite direttamente a mercoledì 13 maggio mentre la Serie B disputa quattro partite nel Nord Italia a porte chiuse: perché questa disparità?
La decisione in A è stata presa per motivi di sicurezza e per poter permettere al grande pubblico di vedere i match allo stadio, specie se si tratta del turno dove all’Allianz Stadium di Torino è in programma Juventus-Inter, derby d’Italia di estrema importanza per la corsa Scudetto. Una decisione che però, al contrario, ha scaturito la rabbia di tifosi e club, soprattutto. I nerazzurri, ad esempio, per la seconda domenica di fila si vedono annullare un’altra gara che va a incastrarsi in un calendario di fine stagione davvero fitto tra possibili ulteriori impegni in Coppa Italia ed Europa League in caso di superamento dei turni.
Così non va, perché Juventus-Inter, Milan-Genoa, Parma-Spal, Sassuolo-Brescia, Udinese-Fiorentina non contano di meno di Cittadella-Cremonese, Chievo-Livorno, Venezia-Cosenza e Virtus Entella-Crotone se la decisione è quella di porre in primo piano sicurezza e spettacolo. Tutti avrebbero diritto di esser trattati equamente di fronte a un’emergenza che coinvolge l’Italia intera e dunque tutte le discipline e tutti gli eventi nazionali. Senza tener conto del clamoroso autogol del rinvio di cinque gare con una Serie A “frazionata” che per metà proseguirà il cammino anche in questa tribolata ventiseiesima giornata. Così non va.
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