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“Il razzismo è un tema molto serio. Come Serie A, abbiamo immediatamente condannato e lo facciamo perché, nella strategia di sostenibilità , la lotta contro il razzismo e contro qualsiasi forma di discriminazione è centrale. Vogliamo cancellare il razzismo dagli stadi entro il 2030”. Queste le parole del presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, nel corso del Social Football Summit a Riad, sul tema del razzismo: “Devo fare i complimenti all’arbitro Maresca e a Maignan per come ha reagito, portando all’attenzione massima quello che è avvenuto. Vorrei aggiungere, e mi sembra che non tutti l’abbiano detto, una cosa: non commentiamo l’errore di parlare di questo fenomeno solo ed esclusivamente se riferito al calcio. Il calcio non è un’isola. Se pensate alle raccomandazioni fatte all’Italia in merito alla dichiarazione del 1965 sulla discriminazione razziale, c’è un passaggio sullo sport in cui si chiede alle autorità italiane di aiutare a sviluppare sin dalla scuola una robusta consapevolezza del fenomeno per prevenire qualsiasi forma di comportamento razzista. Noi come Serie A facciamo e faremo sempre di più per impedire che chi commette questi atti si presenti di nuovo allo stadio. Ma non basta, bisogna fare di più, e questo di più non riguarda solo il calcio. È qualcosa che non solo non deve accadere, ma non deve neanche venire in mente. Lo stadio è lo specchio della società . Ripeto i complimenti a Maignan: in Bundesliga sono i tifosi che segnalano immediatamente chi si rende protagonista di questi comportamenti. In Italia siamo ancora lontani, ma immagino ci arriveremo”.
E sulle prossime novità legate al massimo campionato: “Far giocare una giornata intera di campionato all’estero? È una cosa che stiamo valutando, con pro e contro. Il primo, ovvio, è relativo ai tifosi che potrebbero perdere una giornata. Il luogo sarebbe da determinare. Tra l’altro al momento non sarebbe possibile senza autorizzazione di Fifa e Uefa. Esportare questa competizione è un tentativo iniziato già negli anni 90 con la prima partita a Washington, l’Arabia Saudita è diventato un Paese di riferimento, già diversi anni fa e guardando quello che il Paese sta facendo in prospettiva di Expo 2030 e dei Mondiali 2032 era un momento importante esserci. Come Serie A, non chiediamo solo al mercato arabo. C’è la possibilità di creare visibilità e relazioni non solo commerciali ma che diventano diplomatiche. Il mercato arabo ci chiede quello che mi pare sia avvenuto: portare la tradizione, la notorietà e il talento del calcio italiano”. Infine, ha sottolineato come Stati Uniti e India potrebbero essere nuove sedi possibili per le Final Four di Supercoppa Italiana una volta scaduto l’accordo con l’Arabia Saudita.
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