Il clima fra gli arbitri di Serie A è tutt’altro che sereno. Solo venerdì scorso è stata comunicata la nomina di Daniele Orsato come nuovo rappresentante degli arbitri in attività, succedendo a Gianluca Rocchi. La notizia non è stata ben accolta dal gruppo di Nicola Rizzoli, che ha mosso più di qualche critica. Prima su tutte, il fatto che il cambio di guardia sia avvenuto a stagione ancora in corso (mai successo prima). Altro aspetto mal digerito è stato il modo: secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, le votazioni si sarebbero svolte fra telefonate del designatore ed e-mail. La scelta, peraltro, pare sia stata messa in dubbio: appena 4 voti avrebbero favorito il fischietto di Schio a danno di Irrati (12 contro 8).
Quanto successo, in ogni caso, non è passato inosservato alla Federcalcio, anche perché questa scelta arrivata prima di fine stagione (durante il consueto ritiro estivo di Sportilia) è sembrata più una scelta politica che pratica. Secondo il nuovo regolamento arbitrale (modificato lo scorso febbraio dal presidente dell’AIA Marcello Nicchi) infatti, l’arbitro non più internazionale deve lasciare la carica di Rappresentante degli arbitri in attività. Guarda caso, Rocchi ha terminato la propria carriera all’estero lo scorso 31 dicembre e si ritirerà alla fine della stagione. Rocchi era ben considerato dagli addetti ai lavori, tanto che più di qualcuno lo vorrebbe alla presidenza dell’AIA. La Federcalcio sta seguendo la vicenda, che potrebbe coinvolgere la Procura federale. Infatti, se il cambio di guardia doveva essere fatto nel rispetto delle nuove norme, come dichiarato nel comunicato ufficiale, allora tutti gli atti del Comitato Nazionale da febbraio a venerdì scorso, ai quali Rocchi ha partecipato, dovrebbero essere nulli.