Serie A

Serie A, Calcagno: “Provocazione taglio stipendi per scaricare danni sui giocatori”

Il pallone della Serie A Tim 2017-2018 - Foto Antonio Fraioli
Ill vicepresidente dell’Aic, l’avvocato Umberto Calcagno, ha definito “una provocazione” la decisione dei club di Serie A di tagliare del 33% gli stipendi dei calciatori, nel caso in cui non si dovesse tornare a giocare per questa stagione. Dopo le dure parole del numero uno dell’Aic, Damiano Tommasi, Calcagno torna sul tema dei tagli allo stipendio e sottolinea che “l’assemblea di Lega non ha alcun potere giuridico sulle contrattazioni, che sono già in atto tra i club e i singoli calciatori. L’intento è quello di mettere in cattiva luce i calciatori, ma gli unici a fare una brutta figura in questa situazione sono proprio i presidenti”.

La provocazione, ripeto, di voler decurtare il 30% circa dagli stipendi, mira palesemente a scaricare solo sui calciatori gli eventuali danni del sistema, in attesa di capire se si potrà tornare a giocare oppure no” aggiunge Calcagno al sito Calciomercato.it, “L’unica parte che ha valore giuridico della nota dei club è l’ultima, quella in cui si dice che le società dovranno negoziare le modifiche contrattuali con i singoli giocatori. Mi pare che si chieda solo a quest’ultimi di fare la loro parte, quella degli altri mi sfugge“. Intanto, sono in corso le singole contrattazioni con i club: “Spero che si continui a dialogare, come già stava avvenendo squadra per squadra. E’ chiaro che, se l’atteggiamento di qualche presidente dovesse essere irrispettoso verso i propri giocatori, non è da escludere che si possa arrivare a contenziosi sul dovuto o sul non dovuto“. “C’è anche la prospettiva, per qualche giocatore, di mettere in mora la società e svincolarsi. In questo momento deve esserci la collaborazione da parte di tutti per arrivare ad una giusta soluzione” ha concluso Calcagno.

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