È passata piuttosto in fretta anche la quarta giornata di Serie A. È stato un weekend di partite decise all’ultimo secondo ma anche di supremazie nette, di gare in bilico fino al triplice fischio e di altre in cui è sembrato che si sfidassero due squadre appartenenti a categorie diverse. Appartiene paradossalmente a quest’ultima categoria quella che era la gara più attesa del turno, il derby di Milano. L’Inter si è imposta per 2-0 sul Milan con una prestazione autoritaria, creando tanto e concedendo poco, dando una risposta collettiva e forte dopo la brutta prestazione contro lo Slavia Praga. E appunto il prossimo step che Conte dovrà far fare ai suoi ragazzi è quello di garantire con costanza questo livello di gioco: cali di tensione mentale come quello di mercoledì scorso non possono esistere, nella testa di una squadra che vuole puntare al titolo. Se l’Inter dovesse fare questo passo potrebbe davvero diventare la rivale numero uno della Juventus.
L’altra sponda di Milano, quella rossonera, è invece sempre più delusa. Perché almeno fino alla scorsa giornata c’era uno score positivo a tenere almeno un po’ serena l’aria intorno al Milan: la sconfitta netta del derby ha invece messo probabilmente le prime vere ombre attorno al nome di Giampaolo. E non parliamo tanto nell’ottica di un possibile esonero quanto in una di responsabilità, perché l’avvio di stagione del Diavolo è stato troppo brutto per essere vero e non si possono dare tutte le colpe agli acquisti che Maldini e co. non hanno fatto in tempo a confezionare. Questa rosa può fare molto meglio di così, ma oggi per i rossoneri è il caso di parlare, più che di giocatori forti, di giocatori adatti alla visione del proprio allenatore. Il paradosso in cui si trova il Milan è quello di avere una buona formazione e un buon tecnico, che però insieme formano una cattiva squadra. Riuscirà Giampaolo ad incastrare i pezzi di questo complicatissimo puzzle? I dubbi a questo punto sono legittimi.
Alle spalle dell’Inter, unica fazione a punteggio pieno, c’è la Juventus, che in questo weekend ha vinto 2-1 contro l’Hellas Verona. È un periodo un po’ strano per i ragazzi di Sarri, che stanno offrendo prestazioni altalenanti: a volte buone come contro il Napoli o l’Atlético, a volte fiacche come contro la Fiorentina o sabato scorso. Le risposte migliori le hanno date i singoli: il debuttante Ramsey, in gol e già nel vivo della manovra, o anche un Dybala ispirato (ma un po’ fumoso) nel ruolo di centravanti. È però nel collettivo che la Signora deve migliorare ed è normale, ripetiamolo, che ci voglia tempo per acquisire i meccanismi del sarrismo: ovviamente a patto che questo tempo non infici più di tanto i risultati, com’è effettivamente successo finora. E in questo senso avere uno come Cristiano Ronaldo in rosa aiuta, non poco. Anche il Napoli ha ottenuto i tre punti ieri, con una prestazione sull’onda lunga di quella che ha annichilito il Liverpool. L’1-4 rifilato al Lecce ha confermato tutte le certezze degli azzurri: la rosa lunga (strepitoso Llorente) e un sistema più che consolidato soprattutto in fase offensiva. La crescita attesa, anche in questo caso, è soprattutto mentale: sul piano tecnico-tattico ai partenopei non manca niente per puntare al titolo.
Anche per quanto riguarda la corsa all’Europa è stata una giornata intensa. L’Atalanta è in un periodo di alti e bassi cronici, come dimostrato dal pareggio agganciato solo all’ultimo secondo contro la Fiorentina. Il ruolino di marcia dei nerazzurri non pare molto convincente comunque: la fase difensiva continua a dare tanti problemi, un po’ per la condizione non eccelsa dei centrali e un po’ per sfortuna (vedi l’autogol di Palomino). La Dea è costretta dal proprio sistema ad essere perfetta per non essere fragile, e in questa fase non riesce ad esserlo. Per la Fiorentina invece il discorso è sempre lo stesso: bene le prestazioni, ma i punti? Il calendario sicuramente non aiuta i viola in questa fase, ma l’ultimo posto attuale non andrà bene alla dirigenza nemmeno nell’immediato futuro. Montella è avvisato, servono vittorie.
Il prossimo avversario dell’Atalanta sarà la Roma, nel big match della quinta giornata. Una Roma da 10 gol in tre gare tra campionato ed Europa League, che a Bologna però ha vinto più di “garra” che di tecnica. Sotto di un uomo e dopo essersi visto fischiare contro un rigore generoso, i giallorossi hanno comunque mantenuto la calma e strappato una vittoria da grande squadra. La Lupa si è affidata prima di tutto a Pau López per non perdere, e poi ad un’azione fenomenale del trio Veretout-Pellegrini-Džeko per vincere all’ultimo respiro: se i singoli trascinano il collettivo, ecco che la Champions potrebbe diventare ambizione realistica per Fonseca e i suoi. Champions che resta l’obiettivo anche dell’altra squadra capitolina, la Lazio, che a Parma ha ritrovato il sorriso dopo due brutte sfide. E chissà come risponderanno le Aquile contro l’Inter nel prossimo turno, forse nella trasferta più complicata della Serie A oggi come oggi. Ma occhio: l’anno scorso fu proprio la banda di Inzaghi a far fuori i nerazzurri dalla Coppa Italia…