Nel posticipo della nona giornata di Serie A, la Roma di Luciano Spalletti schianta il Palermo con un secco 4-1. In rete per i giallorossi Salah, Dzeko, Paredes ed El Shaarawy mentre per gli ospiti goal di Quaison.
ROMA
Inoperoso per 55 minuti, scende veloce come un gatto, per negare il goal ad Andelkovic, che aveva incornato su cross di Aleesami. Prende goal da Quaison. Sembra un’impresa titanica terminare una partita con la porta inviolata.
Secondo Spalletti, gioca meglio un sinistro come terzino destro, che non un destro come terzino sinistro. Palmieri sembra l’eccezione che conferma la regola: gioca male su entrambe le fasce. Non da nulla in fase offensiva, ed è preda di drammatiche amnesie difensive. Scarso nell’1 vs 1, mediocre in marcatura, perde continuamente la concentrazione. Meglio nel secondo tempo, grazie al dominio giallorosso e alla scarsa qualità rosanero.
Meno appariscente, meno arrogante e feroce del solito, il cartello “lasciate ogni speranza o voi che entrate”, affisso nelle prime giornate, ha lasciato spazio a quello “daje oh, se volete qualche speranza ve la potete pure tenè”. Se prima non lasciava agli avversari neanche le briciole, adesso questi possono anche aspirare ad una fetta di torta. Devia il pallone calciato da Quaison per il gol della bandiera rosanero.
Le sue partite assomigliano tremendamente ad un elettrocardiogramma piatto, o ad una serie Tv che “ Si è bella, ma boh, non so”. Giocatore di medio livello, incapace di prestazioni da 7-8, ma al contempo lontano dal livello di pericolosità “Juan Jesus”, che precede di poco, quello legato ad una calamità naturale. Doveva essere il quinto all’interno nella batteria dei centrali, è titolare da 12 partite consecutive. Forse basterebbe questo a spiegare la quantità industriale di goal presi dai giallorossi.
Un incubo per i tifosi giallorossi. A fine primo tempo, riesce nell’impresa di sbagliare due controlli consecutivi. Rimedia, montando addosso a Diamanti, a cui regala un calcio di punizione dal limite. Dopo l’errore di Europa League, l’inquietante primo tempo odierno, e dato il giallo “pendente” sul suo capo, come una ghigliottina, Spalletti decide di sostituirlo ad inizio secondo tempo. 10 milioni per Juan Jesus, Sabatini dia una spiegazione. (45’ Florenzi 6.5 sostituisce Palmieri nel ruolo di 3 e mezzo, entrando in possesso della “licenza di attaccare”, concessa ad uno solo dei quattro che formano la difesa della Roma. Di un’altra categoria rispetto a Jesus, fa quello che vuole sulla fascia destra, qualità e quantità. Pendolino)
Toglie a De Rossi il fardello dell’impostazione, giocando tantissimi palloni. Detta i tempi di gioco e mostra ottime geometrie. Ormai è un giocatore fatto e formato, di grandissimo livello. Prova ripetutamente la botta da fuori, ma segna grazie ad un cross su punizione, lasciato entrare da Posavec. Leo e chi lo ha al fantacalcio, devono al portierato croato una scatola di cioccolatini.
Capitan presente, torna a prendere in mano le redini del centrocampo romanista, dopo lo stop di Europa League. Prova ripetutamente a lanciare in verticale per gli esterni, e ciò ne aumenta la percentuale di passaggi sbagliati. Semplicemente perfetto in fase difensiva, dove funge da strepitoso frangiflutti. Pressa anche sul 4-1. Unico.
Semplicemente fondamentale. Il ninja copre e poi cuce gioco, stoppa e suggerisce in profondità, entra in tackle e ricomincia l’azione, pressa e poi calcia. Giocatore totale. (69’ Strootman 6.5 Rieccolo. Il ghigno c’è? Si. La classe? pure. Entra e domina)
Econcomiabile il lavoro del faraone in entrambe le fasi. Sempre pronto a proporsi in fase offensiva, si fa notare per quei “giusti comportamenti” su cui batte continuamente Spalletti, come le rincorse di 30-40 metri sul terzino avversario. Sigilla la partita con il 4-1 e terza dab in due partite.
Che sia imprendibile in campo aperto, ormai è un dato appurato. Se cominciasse a tramutare in goal la metà delle occasioni che sia crea, varrebbe Aubameyang. Sblocca la gara calciando sotto le gambe di Posavec, su suggerimento di Dzeko. Assist per il 4-1 di Elsha. Treno express
Nel primo tempo, più che da 9 alto un metro e 90, gioca da 10 di uno e 70. Stupende le due palle che serve con il sinistro; la prima messa fuori da El Shaarawy, la seconda tramutata in rete da Salah. Cala il tris nel secondo tempo, 3-0 per la Roma. Fanno 8 goal, in 9 partite, come quelli segnati in tutto l’anno scorso, come mai in carriera. Capocannoniere. (81’ Totti SV)
Doveva vincere questa partita, per portarsi a -2 dalla Juve. Lo fa. Imbarazzante però il mancato clean sheet anche contro il Palermo.
Da matita rossa l’errore commesso su Salah. Il tiro dell’egiziano, gli passa sotto le gambe, e la Roma passa in vantaggio. Imbarazzante la mancata parata sulla punizione calciata da Paredes. Zamparini l’aveva inserito nella top 11 dei suoi giocatori passati per Palermo, di certo, non gli ha portato fortuna. Prende altri due goal, su cui può poco in verità.
Prova a tenere come può, ma Dzeko in questo momento, è semplicemente ingiocabile per qualsiasi difensore. Ha umiliato Miranda e Koulibaly, svettare su Cionek è quasi un gioco.
Leader del terzetto arretrato del Palermo. Si fa notare per la personalità e l’aggressività con cui calca il terreno di gioco. Aiuta la retroguardia palermitana a mantenere sempre alta l’attenzione. Cala tremendamente nel secondo tempo, quando la Roma sommerge l’11 palermitano.
Non è facile per nessuno tenere un giocatore del calibro di Salah, ci prova usando il fisico e le maniere forti. Arriva anche ad impensierire Szczesny, con un ottimo colpo di testa.
Torna titolare dopo un travagliato periodo, in cui è stato messo in ginocchio dagli infortuni. Trova dal suo lato, l’avversario più in forma: quell’El Shaarawy reduce dalla doppietta in Europa. L’esterno italiano, lo salta come e quando vuole, facendo valere la differenza di passo e classe. (58’ Rispoli 5 si trova sulla strada del ciclone El Shaarawy, ne esce anche lui con le ossa rotte)
Nullo in fase di impostazione, prova a sopperire alla mancanza di qualità con grande quantità ed agonismo, girando spesso a vuoto.
Sommerso anche lui dal centrocampo giallorosso, che grazie allo scarso pressing, domina in lungo e in largo.
Una continua spina nel fianco per la retroguardia giallorossa, mette a ferro e fuoco la fascia sinistra, mal protetta da Emerson Palmieri. La sua facilità di corsa, lo stava per portare ad involarsi a tu per tu con Szczesny, corsa interrotta dalla scivolata fallosa di Manolas.
Storicamente, uno degli avversari più odiati e temuti dalla tifoseria giallorossa. Tiene in perenne apprensione la difesa romanista, che balla come se non ci fosse un domani. Sfiora l’incrocio durante il primo tempo, con un ottimo calcio di punizione da limite. Si spegne nel secondo tempo, uscendo tra i fischi scroscianti dell’Olimpico. (72’ Jajalo 5 entra nel momento di dominio romanista, potendo fare ben poco)
Tocca si e no tre palloni in tutta la sua partita, facendo pochissimo. Impalpabile. (69’Quaison 6.5 entra e segna il 3-1)
Tanta corsa, tanto impegno, tanta cattiveria. Sono questi i requisiti che l’hanno portato all’elezione come “nemico numero uno”, da parte di qualsiasi squadra affronti il Palermo. Stasera però, non “struscia” un pallone, e non arriva mai a tirare in porta.
Probabilmente rappresenta l’unica speranza per la salvezza palermitana. Troppo difficile fare punti all’Olimpico con la sua rosa.