[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”1132026″]
Sipario sulla Serie A di Antonio Conte. Come del resto ĆØ stata per quattro delle ultime cinque stagioni italiane del tecnico dell’Inter. L’Inter domina e vince il 19esimo Scudetto della sua storia. Lo fa precedendo avversarie mai veramente in corsa dal 2021 in poi: il Milan chiude secondo e con la Champions League in tasca, l’Atalanta ĆØ terza e conquista per il terzo anno consecutivo il pass per l’Europa piĆ¹ prestigiosa, la Juventus alla fine la spunta grazie al passo falso finale del Napoli. Una Champions nelle mani del Nord nell’anno del tentativo fallito della Conference League. Male le romane: la Roma ĆØ in Conference League e ha giĆ annunciato il cambio in panchina. Via Fonseca, ecco Mourinho. Che farĆ la Lazio con Simone Inzaghi? Qualche dubbio per entrambi. Come dubbi ne hanno Fiorentina, Torino e Cagliari, grandi deluse e col dilemma della panchina: Iachini, Nicola e Semplici gli artefici di una salvezza difficile. Il primo ĆØ stato giĆ allontanata, gli altri due? Dubbi. Stagione archiviata, ora le prime mosse per il futuro.
INTER 9.5
Bravo Conte a consolidare il gruppo in un momento societario difficile. Bravo il gruppo a non farsi distrarre dalle voci esterne. Se ne ricordano pochi di Scudetti vinti con una societĆ che si ĆØ riaffacciata solo a trionfo acquisito. Merito della squadra piĆ¹ forte: la difesa piĆ¹ forte (cruciale la sliding door della mancata cessione di un top come Skriniar), il centrocampo piĆ¹ forte grazie alla consacrazione definitiva di NicolĆ² Barella e il ritaglio di un ruolo ad Eriksen, l’attacco piĆ¹ forte con una coppia da 39 gol in due con soli sette rigori calciati. Romelu Lukaku ĆØ il grande trascinatore di una Inter che a novembre teneva banco con le discussioni sul “Piano B” con Conte sul banco degli imputati per l’eliminazione dalla Champions League. Eppure, in questa stagione stagione si fatica a vedere una squadra piĆ¹ cambiata a campionato in corso dell’Inter. Una squadra che dopo le prime dieci partite, aveva la peggior difesa delle prime cinque. E che ora, alla fine dei giochi, ha chiuso con la difesa meno battuta. Alla fine, perĆ², i piani B, C e D dell’Inter stanno tutti in Romelu Lukaku, fuoriclasse dalle tante sfumature, universale per ogni occasione. Banale dirlo: vince la piĆ¹ forte, quella con i calciatori piĆ¹ forti e con l’allenatore piĆ¹ forte ma anche piĆ¹ capace di tenere lo spogliatoio isolato dalle voci esterne.
MILAN 8.5
Dopo sette anni, la squadra rossonera torna in Champions League e lo fa con un secondo posto e con il record di vittorie esterne in un campionato di Serie A. Merito di Pioli che ha iniziato un ciclo a Bergamo con una sconfitta per 5-0 e lo ha chiuso con un 2-0 che vale il pass per l’Europa piĆ¹ preziosa. Ora ne aprirĆ un altro con la squadra piĆ¹ giovane del campionato che ha saputo superare le difficoltĆ anche rinunciando a Ibrahimovic per larga parte della stagione. Ora il futuro: trattenere Donnarumma sarebbe importante; riuscire a farne a meno e non cedere a ricatti ancora di piĆ¹.
ATALANTA 8
Terza qualificazione in Champions League consecutiva. Toccata la quota dei novanta gol e terza miglior difesa di un campionato che vede la banda Gasperini lontana dal primo posto solo a causa dei soliti singhiozzi nel girone di andata. L’addio alla Champions per una gara di andata sfortunata e una finale di Coppa Italia segnata dagli episodi. Ma per Gasperini parlano i numeri. Manca solo il trofeo ma Gasperini ĆØ bravo a non trasformarlo in una ossessione: “Deve prevalere la soddisfazione per quello che abbiamo e non la delusione per quel che non otteniamo”.
SPEZIA 7
Salvarsi senza snaturarsi. Un po’ quello che non ha fatto, per forza di cose, il Benevento. Grazie alla bravura del suo allenatore, lo Spezia ĆØ rimasto lo stesso da inizio anno: sempre con l’intenzione di controllare il gioco e di proporre calcio. Contro il Milan il punto piĆ¹ alto del suo campionato. Non scontato per la terza rosa piĆ¹ giovane della Serie A. Merito di Italiano che ha saputo dare un gioco alla squadra senza mai disconoscerlo, nemmeno nei momenti dettati dall’esigenza di fare punti, in ogni modo. Ora, bisognerĆ capire cosa si vuole fare da grandi. La proprietĆ ĆØ cambiata, la rosa ĆØ formata soprattutto da prestiti. Il volto della squadra puĆ² cambiare e confermarsi sarĆ lo scoglio piĆ¹ difficile.
NAPOLI 6.5
Alti e bassi. Alla lunga, sono stati gli ultimi ad avere avuto la meglio con una qualificazione in Champions sfumata con un pareggio 1-1 col Verona in casa. Nuovo record di gol in casa in una stagione di Serie A e un quinto posto con rimpianti in un campionato competitivo. Senza Osimhen e Mertens che, alternandosi, sono stati assenti per quasi metĆ stagione. Gattuso ha sempre trovato le soluzioni, riuscendo ad imporsi sullo spogliatoio nonostante una panchina traballante in alcuni momenti. La sua stagione non puĆ² essere giudicata per un errore individuale di un giocatore nell’ultima mezz’ora di campionato.
SASSUOLO 6.5
De Zerbi lascia con la qualificazione europea solo sfiorata. Un grande girone di ritorno non basta, ma lascia in ereditĆ al successore tante note positive, a partire dall’esplosione di Raspadori. “PiĆ¹ di cosƬ non si puĆ² fare”, ha detto il tecnico. Al suo successore il compito di smentirlo.
SAMPDORIA 6.5
Una identitĆ definita e un giusto mix tra calciatori esperti e giovani. Grande lavoro di Claudio Ranieri che, dopo la salvezza difficile dello scorso anno, rende piĆ¹ facile il lavoro con 49 punti sudati e meritati grazie ad una quadratura semplice ma efficace. Tredici gol per Quagliarella (unico in doppia cifra dei 15 diversi marcatori) ma la cifra dell’impresa sta a centrocampo. Grande stagione per Thorsby, il migliore, bene anche Ekdal e Adrien Silva, quest’ultimo voluto e inseguito anche ai tempi del Leicester.
HELLAS VERONA 6.5
Peccato per l’ultima fase di stagione. Ma non si puĆ² dimenticare il resto. Juric perde Kumbulla, Amrabat, Rrahmani e Verre ma disegna ugualmente una squadra organizzata con identitĆ e idee. Punti solo 44, cinque in meno della scorsa stagione, a causa di un finale sotto le aspettative.
UDINESE 6.5
Salvezza raggiunta con largo anticipo e numero record di rigori incassati. Tanti infortuni, soprattutto per un giocatore chiave come Deulofeu ma l’acquisto di Llorente ha dato qualitĆ e quantitĆ al reparto offensivo. Non ancora abbastanza per concretizzare tutta la mole di gioco creata dall’ingegno di De Paul ma l’Udinese di Gotti ĆØ quadrata e ha tutto per fare un salto di qualitĆ .
GENOA 6
Tante difficoltĆ all’inizio dettate dal Covid, poi l’esonero di Maran. Sempreverde Ballardini dĆ un senso al potenziale offensivo della squadra. Solo dieci i giocatori in gol, cinque dei quali sono attaccanti. L’acquisto di Strootman ha aggiunto tanto al centrocampo, il ritorno di Zappacosta dall’infortunio ĆØ stato come un acquisto sul mercato. Salvezza guadagnata tra gennaio e febbraio. Poi un comodo finale di campionato e l’ennesimo miracolo di Ballardini.
BOLOGNA 6
Quota 40 senza problemi ma la sensazione di un salto di qualitĆ sprecato c’ĆØ. Sono sei i punti in meno alla scorsa stagione. E’ mancato il centravanti, l’esperimento di Barrow ĆØ naufragato a metĆ stagione e Palacio a 39 anni suonati non puĆ² andare oltre i 5 sigilli. Ma qualcosa in piĆ¹ si poteva fare.
LAZIO 5.5
“Ottima stagione”, la definisce Simone Inzaghi. La Lazio non ĆØ inferiore al Milan ma ha avuto a che fare con una panchina che definire non all’altezza dei titolari ĆØ poco. In estate Tare dovrĆ abbassare l’etĆ media della rosa. A fine stagione si sono viste le conseguenze del far accumulare piĆ¹ di 35 presenze ai vari Acerbi, Lucas Leiva e Radu.
ROMA 5
La Conference League ĆØ il minimo di un campionato deludente, anche se gli alibi sono tanti: Fonseca in discussione dalla seconda giornata, Zaniolo fuori per tutta la stagione e un numero monstre di infortuni muscolari (anche se in questo caso il confine tra alibi e colpa ĆØ sottilissimo). La nota positiva ĆØ l’Europa League, col rimpianto di Manchester. Ma senza cinque titolari ĆØ dura (vedi sopra).
JUVENTUS 5
Andrea Pirlo chiude con due trofei, la qualificazione in Champions League ma anche con la consapevolezza che uscire dal discorso Scudetto a febbraio non ĆØ coerente con una squadra che vince da nove anni. La sua prima stagione ĆØ negativa, piĆ¹ ombre che luci e alla fine il pass per l’Europa piĆ¹ pregiata ĆØ un regalo del Napoli che si fa male da sola in casa col Verona. C’ĆØ l’alibi della mancata preparazione estiva a causa dei tempi ristretti, ma la conferma sarĆ difficile.
FIORENTINA 4.5
Due allenatori cambiati, una retrocessione scacciata via solo alla fine. Per il terzo anno consecutivo, la Fiorentina gioca col fuoco e si avvicina piĆ¹ alle tre peggiori che alle prime quattro. L’unica nota positiva riguarda Vlahovic. Lāultimo straniero viola ad aver fatto meglio ĆØ stato Batistuta: 23 gol, 1999-00.
CAGLIARI 4
Semplici da 7 per la normalitĆ regalata. Ma solo perchĆ© quel che aveva ereditato da Di Francesco era una situazione di classifica che preoccupante ĆØ dire poco. Godin, Nainggolan, Joao Pedro, Rugani, Nandez non possono lottare per la retrocessione.
TORINO 4
Lo stesso identico discorso del Cagliari vale anche per i granata. Nomi importanti come Sirigu, Izzo, Verdi e Belotti hanno lottato per non retrocedere fino alla penultima giornata. Un po’ di fattore sfortuna c’ĆØ: il Torino nel girone di andata era la squadra ad aver perso piĆ¹ punti nei minuti finali di gioco. Ora la rivoluzione per svecchiare la rosa e iniziare un nuovo ciclo.
RETROCESSE
BENEVENTO 5
Squadra esperta, etĆ media elevata. Ma l’esperienza non si ĆØ certo vista contro il Crotone con Simy che ha spento ogni speranza. Un girone di ritorno disastroso ha condannato il Benevento a retrocedere nonostante i 22 punti del girone di andata. Nemmeno un acquisto di lusso come Gaich ha aiutato Inzaghi che deve fare i conti con un nuovo passo indietro nella sua carriera di allenatore dopo l’esonero col Bologna.
CROTONE 5.5
Chiudere da penultimi ĆØ una piccola consolazione e un grande riconoscimento per Cosmi che ha preso una squadra ormai destinata alla B e le ha dato una identitĆ che sarĆ utile per il prossimo campionato. Note positive: Simy, Ounas e Messias. Attacco da salvezza tranquilla, difesa e centrocampo invece non sono all’altezza della categoria.
PARMA 3
Ci sono modi e modi per finire un ciclo. EtĆ media troppo alta, il passaggio di proprietĆ non ha aiutato ai fini della rivoluzione che doveva essere fatta da tempo. Ma i numeri sono spaventosi: ultimo posto contro l’undicesimo dello scorso anno, addirittura ventinove punti in meno rispetto alla scorsa stagione. Si paga un mercato distante dalle richieste di Liverani. Stavolta D’Aversa – delegittimato a metĆ 2020 con ancora un anno di contratto – non puĆ² fare miracoli. A Krause il compito di rimodellare il Parma calcio. La rivoluzione societaria ĆØ giĆ iniziata con gli arrivi di Jaap Kalma e Javier Ribalta. Quella tecnica inizia ora, dalla B.
[the_ad id=”668943″]
[the_ad id=”676180″]