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Si è concluso con la rocambolesca sconfitta del Torino a Parma la sesta giornata di Serie A, forse la prima senza grosse sorprese, dopo che nei primi cinque turni abbiamo assistito a continui colpi di scena. Il weekend si è aperto con le vittorie di Juventus ed Inter, che hanno archiviato senza problemi rispettivamente SPAL e Sampdoria. Prima entrambe le squadre saranno impegnate con la Champions League, ma inevitabilmente si è già iniziato a parlare dello scontro diretto di settimana prossima, un derby d’Italia che assume sempre di più i toni del primo grande snodo di questa stagione. L’avvio di campionato ci ha detto che bianconeri e nerazzurri sono le squadre meglio attrezzate per competere in ottica Scudetto: dal big match in qualche modo avremo delle risposte. Sarri e Conte hanno entrambi dato un’impronta netta alla propria squadra, cambiandone in modo radicale il modo di stare in campo: sarà eccitante vedere queste ideologie a confronto in un teatro come San Siro. C’è da crederlo: nessuno si accontenterà del pareggio.
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Parlando d’altro, chi scrive ha volutamente escluso la partita tra Milan e Fiorentina dalla voce “grosse sorprese” nell’incipit dell’articolo. Questo perché la disfatta dei rossoneri in favore dei viola, per quanto clamorosa nella misura, sembra più la conseguenza logica di quanto avvenuto in queste prime battute di campionato piuttosto che – appunto – una sorpresa. L’1-3 di domenica sera ha messo in luce tutte le problematiche dei rossoneri: Montella, con il tandem Ribéry-Chiesa supportato dalle corse del motorino Castrovilli, ha anche cancellato quella sorta di solidità difensiva che era rimasto fra i pochi punti a favore di Giampaolo. Ed in più è anche rimasto il problema atavico della sterilità offensiva: numeri alla mano, la Fiorentina non ha una difesa eccellente, eppure senza la giocata clamorosa di Leão l’unica occasione creata dal Diavolo sarebbe nata da un tiro da lontanissimo di Suso. Maldini ha parlato di “momento difficile per chi ama il Milan”, ma ha al contempo blindato (a parole) Giampaolo. Vedremo quanto durerà la pazienza della dirigenza rossonera: un epilogo diverso dall’esonero del tecnico ex Samp, oggi, sembra fantasia.
Nonostante il Milan sia lontanissimo, la corsa al quarto posto resta piuttosto eccitante oggi come oggi. In terza posizione c’è un’Atalanta che sembra un passo avanti alle altre pretendenti. Dopo la vittoria in casa della Roma la Dea si è confermata sull’ostico campo del Sassuolo, dominando dal primo all’ultimo minuto. Resta qualcosina da sistemare in fase difensiva, ma lì davanti la produzione è rimasta di altissimo profilo ed ora si aspettano risposte anche in Champions, dopo la cocente delusione contro la Dinamo Zagabria. Poco da dire per le romane: Roma e Lazio hanno vinto con merito due partite alla loro portata, i giallorossi con un po’ più di fatica ma trovando per la prima volta in stagione una difesa finalmente solida e convincente – sugli scudi Smalling. E infine anche il Napoli si trova in mezzo a questa bagarre, soprattutto a causa dello scivolone contro il Cagliari. Gli azzurri contro il Brescia hanno confermato il problema della costanza all’interno dei novanta minuti ma comunque si fa fatica a considerarli parte della corsa alla Champions, specie guardando la qualità di alcuni spezzoni delle loro prestazioni. A meno di grosse sorprese, con un po’ di tempo Ancelotti e i suoi metteranno un po’ di punti fra sé e quel quarto posto che oggi è loro.
Infine, finisse oggi la Serie A le ultime tre in classifica sarebbero, un po’ a sorpresa, Genoa, SPAL e Sampdoria. Si tratta forse delle tre squadre che escono peggio da questa giornata, tutte e tre sconfitte in maniera nettissima. E mentre le tre neopromosse lottano con le unghie e con i denti per ogni punto, si profila un campionato senza una squadra ultima per distacco, come sono state Chievo e Benevento nelle stagioni passate. Insomma, occhio alla lotta per la salvezza: ci sarà parecchio da divertirsi con questo andazzo. Come d’altronde si può dire per tutte le zone della classifica.
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