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Tra fughe riuscite e stabilità consolidata. La Juve non inciampa al Mapei Stadium e dà vita all’ennesima e forse definitiva fuga a dispetto del Napoli con un 3-0 al Sassuolo. Insigne e compagni perdono punti dove la scorsa stagione persero lo Scudetto. E se Firenze si conferma campo stregato per il club partenopeo, il club neroverde non smette di essere un avversario tutt’altro che abbordabile per i bianconeri partiti in affanno per poi prendere in mano il pallino del gioco. “Non dobbiamo togliere nulla a quello che sappiamo fare, dobbiamo essere coraggiosi e limitare le disattenzioni“, aveva spiegato De Zerbi in conferenza stampa. E il desiderio del tecnico neroverde si è concretizzato sin dai primi minuti di gioco: pressing altissimo e subito una occasione nata per un errore di Rugani. Dopo esser rimasta in vantaggio per 1052 minuti in questo campionato, più di ogni altra squadra, la Juventus chiude il primo tempo sull’1-0 grazie alla straordinaria normalità di Sami Khedira, uno che legge le situazioni di gioco come pochi altri riuscendo ad entrarci dentro col tempo giusto. A Cristiano Ronaldo basta invece un calcio d’angolo per firmare il diciottesimo gol stagionale prima del sigillo definitivo di Emre Can. I segnali positivi sono tanti: e se le distrazioni sono state frequenti in avvio, la Juve ha gestito senza affanni il vantaggio non lasciando mai cadere in discussione il successo contro l’avversario che più di tutti ha collezionato punti da situazioni di svantaggio (9). Con la Champions (E l’Atletico contro il Real ha mostrato più di una lacuna difensiva) che si avvicina, la Juve non perde colpi e la porta inviolata è la risposta ottima alle recenti critiche al reparto arretrato.
Corsa Champions – Non cambia nulla invece nella lotta per il quarto posto. Nessuno cade e nessuno fallisce l’occasione nel turno più ‘easy’ per tutte le pretendenti. Non smette di macinare punti e gioco il Milan di Gennaro Gattuso che ha ormai trovato la quadratura del cerchio del suo undici titolare e il 3-0 contro il Cagliari ne è la prova definitiva. La squadra rossonera ha tenuto la porta inviolata in quattro delle ultime sei partite interne in tutte le competizioni. E se San Siro si riscopre fortino inespugnabile, il mercato di gennaio continua a confermarsi produttivo: dopo il pareggio contro la Roma costruito sull’asse Paquetà -Piatek, due gol su tre contro il Cagliari portano proprio la firma dei due nuovi acquisti. Soffre ma porta a casa il risultato l’Atalanta, guidata dal solito Zapata, contro la Spal. La Roma dà una lezione di cinismo nel corso della stagione meno cinica dei suoi ultimi cinque anni. E al Bentegodi a mettersi in mostra per l’ennesima volta nella stagione è Stephan El Shaarawy, all’ottavo gol in Serie A. E se il Faragone avesse trovato finalmente la continuità che gli mancava nell’anno in cui la costanza manca alla sua squadra? Ci sono tre mesi che valgono come prova del nove per l’italoegiziano, a partire dal match contro il Porto in Champions League. Mentre la Lazio si disfa della pratica Empoli confermando di essere infallibile contro le piccole. Ora l’Europa, poi il rush verso il derby.
De Paul e Iago Falque, belli e incompiuti – Uno a zero, fortuna, episodi arbitrali e traverse colpite. Tutto questo è stato Torino-Udinese, match della ventitreesima giornata di Serie A. Decisiva la rete di Aina, decisivo l’errore dal dischetto di De Paul. Il trequartista argentino è stato protagonista di una prova anonima. Due soli lampi: una punizione respinta da Sirigu e un rigore altrettanto parato dall’estremo difensore granata. L’errore dagli undici metri pesa sul morale di un calciatore dopo le recenti voci di mercato. Rumors decisivi per la distrazione? La rete manca da dieci giornate di campionato. La classe è evidente, la discontinuità anche. Ma lo stesso discorso si può applicare anche ad un altro giocatore in campo al ‘Grande Torino’: Iago Falque è l’unico dei granata ad uscire dal campo con una insufficienza a causa delle troppe occasioni fallite. Una fase della stagione che accomuna i due giocatori. La svolta è dietro l’angolo? Nicola e Mazzarri se lo augurano.