Il pagellone dell’Inter per la stagione 2017/2018. I neroazzurri battono la Lazio nell’ultima giornata di Serie A e conquistano, dopo sei anni di assenza, un posto per la prossima Champions League. Ecco tutti i voti della squadra di Luciano Spalletti.
Handanovic 7
Il numero uno sloveno ha commesso qualche errore evitabile, ma su una bilancia pesano maggiormente i numerosi interventi che hanno salvato la squadra in più occasioni.
Cancelo 6.5
Inizio timido per il portoghese, che ha impiegato qualche mese a comprendere la Serie A e a conquistarsi quel posto sulla destra della linea difensiva che ha fatto suo dall’inizio del 2018. Ha convinto quasi tutti, anche perché ora come ora può solo migliorare.
Skriniar 7
L’acquisto più azzeccato della scorsa estate. Il difensore slovacco ha impressionato fin dall’inizio e già nei primi mesi si è capito che sarà lui uno dei pilastri dell’Inter del futuro.
Miranda 6
Belle prestazioni alternate a qualche scivolone di troppo. Questa è stata la stagione di Joao Miranda, autoproclamatosi il miglior difensore del campionato per esperienza, titolo che probabilmente non si merita anche se questa esperienza è servita in più di un’occasione.
D’Ambrosio 6
Non è il giocatore su cui fare maggior affidamento quando si intende spingere sulle corsie esterne, ma l’ex Torino non si è mai fermato nonostante gli evidenti limiti in conduzione di palla nella metà campo avversaria. Difensivamente ottimo, discreto negli inserimenti, la sufficienza gli sta quasi stretta.
Ranocchia 6
Da scarto e capro espiatorio a idolo dei tifosi per il suo evidente “interismo”, che in campo trasforma con la voglia di fare sempre bene anche se il posto da titolare non è mai riuscito a riprenderselo dopo la stagione fallimentare da capitano.
Santon 5
E’ il deluso della stagione neroazzurra. L’ex “bimbo” (così lo aveva soprannominato Mourinho) ha giocato poco e sempre sotto la sufficienza. Ad abbassare la valutazione c’è, ovviamente, il doppio errore contro la Juventus che solo ora, visto com’è andata a finire, pesa meno nella mente di Santon.
Dalbert 5
Una stagione profondamente negativa per il brasiliano, pagato 20 milioni e partito come titolare sulla sinistra, ma rapidamente relegato in panchina dopo un inizio faticoso. Il suo minutaggio è ulteriormente crollato con la crescita di Cancelo e lo spostamento di D’Ambrosio sulla fascia opposta.
Lisando Lopez sv
44 minuti giocati in Serie A, difficile scrivere un commento su di lui. Non verrà riscattato.
Vecino 6.5
Arrivato tra le smorfie di disapprovazione di molti tifosi, ha iniziato alla grande spegnendo in poco tempo le critiche per il suo acquisto. Dopo un inizio brillante è calato, riprendendosi la scena nel finale di Lazio-Inter con la rete che ha mandato l’Inter in Champions.
Borja Valero 6
Anche lui ha cominciato in modo sorprendente, poi l’età (33 primavere) ne ha condizionato rendimento e minutaggio. Stagione sufficiente per un giocatore arrivato a parametro zero.
Brozovic 6
Troppo discontinuo, come il croato è sempre stato. Sprazzi di un talento che c’è ma che compare quando vuole. Idolo dei tifosi nel finale per la sua trasformazione social, “Epic Brozo” avrebbe potuto fare sicuramente di più. Gli va comunque riconosciuta una crescita nelle ultime partite.
Gagliardini 5.5
Un netto calo dopo il girone di ritorno di un anno fa, quando il suo acquisto venne accolto con tanti dubbi ma anche in quel caso (come per Vecino) il centrocampista ex Atalanta dimostrò di valere l’Inter. Nella stagione appena terminata, invece, si salva poco del classe 1994, che ha dimostrato di faticare qualunque fosse il suo compito. Gagliardini è comunque giovane e ha tempo per dimostrare che quest’anno è stato solo un periodo negativo.
Karamoh 6
Era una vera incognita del mercato neroazzurro, un giovane che prometteva bene ma che doveva dimostrare ancora tutto. Sono arrivati segnali positivi dal classe ’98, anche se è mancata troppo spesso la lucidità per fare le scelte giuste con la palla tra i piedi. Attese conferme nella prossima stagione.
Rafinha 7
Forse era uno dei giocatori che più teneva a questo traguardo, che potrebbe consentire all’Inter di riscattarlo. Il brasiliano è stato catapultato nella galassia neroazzurra solo a gennaio, ma pare abbia subito sentito qualcosa di diverso nell’indossare la sua nuova maglia. Adesso la palla passa alla sua nuova società e al Barcellona, che dovranno trattare per il riscatto.
Perisic 6.5
Anche per lui, come per il connazionale Brozovic, pesa il rendimento a dir poco altalenante. 11 reti e altrettanti assist meriterebbero un voto più alto, ma troppe volte l’esterno è sparito dal campo, facendo pesare molto la sua incostanza visto che tutti si affidavano a lui e Icardi nei momenti difficili. La sensazione è che in caso di offerte davvero importanti Perisic possa partire nonostante goda dell’apprezzamento di Spalletti.
Candreva 6
L’esatto opposto di Perisic. Sempre presente l’ex Lazio per sostanza e rendimento complessivo, ma stavolta a pesare è lo zero alla voce “gol segnati”. Quella rete tante volte sfiorata non è arrivata nemmeno all’ultima giornata, e così Candreva chiude con 8 assist ma nessuna rete gonfiata. Può restare, ma non è uno degli intoccabili.
Eder 5.5
Sempre più riserva da chiamare in causa in rare occasioni. L’italo-brasiliano non ha convinto in molte delle occasioni in cui è stato buttato nella mischia da Spalletti. Dopo diverse stagioni all’ombra di Icardi c’è la certezza che il numero 23 voglia giocare di più, e la sua partenza è alquanto probabile.
Icardi 8
Il capitano neroazzurro si laurea capocannoniere a pari merito con Immobile, come successe nel 2015 con Luca Toni. Tanti gol e tanto carattere si scontrano con qualche errore di troppo nei momenti decisivi, come quel pallone calciato fuori a porta vuota nel derby e il tiro strozzato del match contro la Lazio. Il voto rimane altissimo, ora però da Mauro ci si aspetta quell’ulteriore passo perché diventi davvero uno dei bomber più letali del globo.
All. Spalletti 6.5
Le scelte sbagliate ci sono, dal cambio Icardi-Santon in Inter-Juventus all’utilizzo disastroso di Joao Mario (che come pochi si ricordano era il 10 dell’Inter). Al tecnico toscano va però riconosciuto di aver centrato un obiettivo sfuggito in ordine a: Ranieri, Stramaccioni, Mazzarri, Mancini, De Boer (durato poco, ma l’Inter con lui non volava) e Pioli.