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L’Inter ha vissuto una delle più brutte stagioni degli ultimi anni, chiudendo al settimo posto ad un punto dalla qualificazione ai preliminari dell’Europa League. Annata nata male con il cambio in panchina a dieci giorni dall’inizio del campionato, poi una netta ripresa con Pioli che addirittura ha portato a pensare ad una clamorosa qualificazione in Champions League. Infine il tracollo nelle ultime dieci partite.
FRANK DE BOER 4.5
L’allenatore olandese viene chiamato a dieci giorni dall’inizio del campionato. La situazione per lui non è l’ideale, poco tempo per lavorare e per mettere in pratica le sue idee. Ha diversi casi spinosi da affrontare: litigio Icardi-Curva Nord, litigio con Brozovic e Kondogbia sostituito dopo venti minuti del primo tempo contro il Bologna. La squadra ha il demerito di averlo scaricato troppo presto. Ha provato a mettere regole ferree, respinto con perdita.
STEFANO PIOLI 5.5
L’ex tecnico della Lazio esordisce nel derby pareggiato all’ultimo respiro grazie ad Ivan Perisic, dopo qualche partita di assestamento l’Inter trova al quadra e mette assieme undici vittorie in tredici partite (le uniche due sconfitte contro Juventus e Roma). Poi dopo il pareggio col Torino arriva la sosta di campionato e al ritorno l’Inter si scioglie clamorosamente. Sprofonda in un burrone senza risalita, la squadra stacca la spina e Pioli non riesce a risollevarla. Ingeneroso l’esonero nei suoi confronti, meritava di finire il campionato, anche se ormai il suo destino era già segnato.
HANDANOVIC 6
Se l’Inter ha fallito di certo non è per colpa del portiere sloveno che è sempre uno dei pilastri della squadra neroazzurra. Qualche disattenzione, ma normale nell’arco della stagione, lo sloveno però si fa sempre trovare pronto e soprattutto si ammira la sua sincerità quando parla ai microfoni. Schietto e mai banale.
D’AMBROSIO 6
Con Pioli il terzino destro dell’Inter si è rilanciato, ha vissuto sedici-diciassette partite da assoluto protagonista, lottando sempre con la maglia. Anche nel momento più difficile segna due gol contro Sampdoria e Crotone (anche se poi saranno inutili), mezzo voto in meno per quelle dichiarazioni scellerate in cui ha in pratica detto che l’Inter ha mollato totalmente dopo Torino-Inter, come se fosse una cosa normale.
MIRANDA 5
Un voto che è figlio non solo delle prestazioni sul campo, troppe disattenzioni per il capitano del Brasile, ma soprattutto per la mancanza di leadership mancata nei momenti importanti. Il suo atteggiamento è sempre stato troppo disinteressato, non dimentichiamo neanche le parole con cui in pratica scaricò De Boer in diretta televisiva. Dal centrale brasiliano si deve pretendere molto di più
MURILLO 4.5
Una stagione disastrosa per il colombiano che non è mai riuscito ad avere continuità all’interno della stessa partita. Con Mancini, l’anno scorso, un girone d’andata da vero gladiatore. Poi il vero Murillo non si è visto più. Pioli gli preferisce Medel come difensore centrale e quando si infortuna il cileno, si passa alla difesa a tre perché a quattro non si fida. Nell’impostazione non è mai stata una cima, ma anche dal punto di vista difensivo quest’anno ha lasciato a desiderare spesso e volentieri.
ANDREOLLI 6.5
Dopo il grave infortunio viene chiamato a giocare nelle ultime quattro partite, quando ormai la situazione è ampiamente compromessa. Ma lui ci mette sempre grinta, dedizione e soprattutto attaccamento alla maglia. Uno degli ultimi a mollare, trova anche la rete contro la Lazio e dimostra a molti suoi compagni cosa significa lottare per sudarsi la maglia.
NAGATOMO 4.5
La sua è una stagione totalmente da dimenticare. Poco impiegato e quando lo fa dimostra perché era stato messo in panchina a ripetizione. Sul professionista poco da dire, ma troppi gli svarioni che talvolta hanno regalato punti agli avversari vedi la partita contro il Napoli.
ANSALDI 6
Il terzino sinistro argentino si infortuna subito ad inizio stagione, ma con Pioli si guadagna il posto da titolare praticamente inamovibile. Gioca bene, non fa impazzire, ma comunque svolge il suo compito senza combinare disastri. Poi un altro brutto infortunio nel momento in cui l’Inter sprofonda.
GAGLIARDINI 6.5
L’impatto che ha il centrocampista dell’Atalanta è semplicemente devastante. Nelle prime partite si prende l’Inter, dimostra personalità e trova anche un paio di gol che lo portano quasi a diventare un nuovo idolo dei tifosi neroazzurri. Poi l’Inter cala, cala anche lui e commette qualche errore di gioventù. Ma tutto nella norma per la crescita di un giocatore che sarà sicuramente un pilastro nell’Inter del futuro.
MEDEL 6
Al giocatore cileno puoi imputargli qualsiasi cosa, che tecnicamente non valga un top player, che in una grande squadra ci vorrebbe altro, ma la grinta e la voglia di abnegazione che dimostra ogni giorno è sempre la stessa. E la sufficienza la merita a prescindere.
KONDOGBIA 5
Inizio complicatissimo per il centrocampista francese, De Boer lo toglie dopo venti minuti di Inter-Bologna e da li non vede più il campo sino all’insediamento di Pioli. L’allenatore rilancia clamorosamente il francese che acquisisce fiducia e sciorina prestazioni di oltimo livello, poi si adagia insieme a tutti i suoi compagni. Difficile anche giudicare una stagione così.
BROZOVIC 3
Il peggiore di tutti senza dubbio. Indolente, asettico, litiga con De Boer e quando entra in campo sembra che faccia u piacere a tutti. Ed è un vero peccato perché la corsa, il talento e le doti che ha questo ragazzo croato sono molteplici. Ma la testa non supporta tutto questo e la separazione con l’Inter sembra ormai inevitabile.
JOAO MARIO 5
Dal portoghese si aspettava molto di più, in determinate partite riesce a coniugare quantità e qualità . In altre invece sembra un pesce fuor d’acqua e non riesce ad ingranare. Una stagione insufficiente per il campione d’Europa, chiamato al riscatto. Con la maglia neroazzurra? Chi vivrà vedrà .
BANEGA 5
Tante aspettative anche per il centrocampista argentino, che a sprazzi ha fatto calcio soprattutto a San Siro. Pioli lo alterna con Joao Mario, anche se ad un certo punto, accantona definitivamente l’ex giocatore del Siviglia che il campo lo rivede solamente in spezzoni finali di partita. Preso a costo zero poteva essere l’acquisto del campionato e invece la differenza non l’ha fatta.
CANDREVA 6
Il giocatore della nazionale italiana di certo non ha mai rimediato pessime figure. Candreva ha sempre fatto il suo, ad ogni partita ha creato a ripetizione crossando milioni di volte e facendo assist e gol. Pecca in qualche scelta, ma la buona volontà ce l’ha messa sempre.
PERISIC 6
Il giocatore croato è un grande giocatore. Partiamo da questo presupposto, tanto che l’Inter lo venderà per cifre non inferiori a cinquanta milioni di euro. Però è un giocatore che vive di strappi: di momenti in cui ti può risolvere la partita e di altri in cui fa delle cose illogiche, senza nessun fondamento. Un giocatore che è difficile metterlo dentro un contesto di squadra, che però segna e fa segnare e lo farà sempre. Ad un certo punto ha mollato anche lui, ma se vai in doppia cifra in campionato è diffiicile non dargli la sufficienza.
EDER 5.5
L’attaccante della Nazionale non gioca quasi mai da titolare, ma quando entra prova comunque a fare qualcosa. Il più delle volte non basta, ma di certo non gli si può imputare l’impegno. Nel finale, da titolare, trova tre reti in tre partite che sicuro non valgono a niente, ma che dimostrano che nella rosa dell’Inter ci può stare.
GABIGOL 4
Oggetto misterioso a San Siro. Ovazioni, applausi appena mette piede in campo e prova a fare qualcosa. La verità è che dei tre allenatori che sono passati dalla Pinetina, nessuno gli ha mai dato fiducia segno che qualcosa in allenamento e nell’arco della stagione è andato storto. Segna un gol decisivo a Bologna, ma per il resto brancola nel buio. E qualcuno un giorno dovrà spiegarci il perché.
ICARDI 7.5
Il capitano dell’Inter ha giocato un’altra grande stagione, ha segnato a ripetizione e ha servito assist che sono delle vere e proprie perle (vedi il gol del 2-1 contro la Juventus). Senza di lui l’Inter vince, non aiuta la squadra, non ha carisma: tutte chiacchiere da bar. Chi dice questo si meriterebbe di peggio. Ma Icardi ci tiene davvero a questa maglia, tanto che può andare dovunque vuole e invece rimane e rimarrà ancora all’Inter, pure senza Europa. Sciaquatevi la bocca.
PALACIO 6
La sufficienza è perché Rodrigo in questi anni ha sudato ogni giorno la maglia dell’Inter, è stato sempre un esempio da seguire. Leader silenzioso, ma con Mazzarri soprattutto ha giocato una stagione da prima punta straordinaria. Quest’anno ha fatto poche comparsate, peccato per il palo all’ultima partita contro l’Udinese. Doveroso il tributo della Curva Nord. Rodrigo se lo merita tutto.
Carrizo, Sainsbury, Biabiany, Santon: senza voto, poco impegnati.