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La Serie A, a Natale, ha ancora un campionato. E lo deve quasi esclusivamente alla Juventus di Massimiliano Allegri, unica squadra che sta provando a tenere il ritmo folle dell‘Inter di Simone Inzaghi. Dopo diciassette giornate sono quattro i punti di distacco sull’asse Milano-Torino. L’anno scorso il Napoli aveva già fatto il vuoto e dietro nessuna era stata capace di rimanere attaccata in vista del rush finale e in effetti fu uno dei campionati più dominati degli ultimi venti anni.
I nerazzurri viaggiano esattamente come il Napoli di Spalletti: 44 punti dopo 17 giornate e con la possibilità di arrivare al giro di boa, tra due giornate, scavallando quota 50. Numeri folli che fotografano il dominio di Lautaro Martinez e compagni. Ma la Juventus, che dà la sensazione di non poter mai vincere una partita con agilità, rimane attaccata con le unghie e con i denti. Potrà giocare bene, meno bene o male, ma a questa Juventus va dato atto di una cosa: è una squadra vera. Dodici risultati utili di fila (nessuno come lei al momento, l’Inter è a quota undici) e una sola sconfitta stagionale, quella con il Sassuolo (esattamente come l’Inter). L’obiettivo di Allegri è quello di rimanere a questa distanza sino a febbraio-marzo quando poi l’Inter dovrà giocarsi la Champions League e quella doppia sfida con l’Atletico Madrid potrebbe far perdere energie preziose per il rush finale in campionato.
La domanda che tutti si pongono è se questa Juventus ce la farà a tenere questi ritmi. Visto che crea nettamente meno dell’Inter, ha sedici gol in meno dei nerazzurri in diciassette giornate (26 contro 41 significa che l’Inter mediamente segna un gol in più a partita), ne ha subiti quattro in più (11 contro 7, con Sommer che è il miglior portiere d’Europa per gol subiti). Siamo quasi a metà campionato e l’impressione è che i bianconeri, per poter lottare sino alla fine contro questa Inter, abbiano bisogno di partite facili. E non sempre in bilico sino al novantesimo. L’ultima partita vinta dai bianconeri con due gol di scarto risale addirittura al 7 di ottobre, il derby vinto con il Torino per 2-0. Poi o pareggi o vittorie con un gol di scarto. Tenere sul filo dell’equilibrio tutte le partite è rischioso perché prima o poi, anche solo per statistica, girerà male.
Dietro invece c’è il vuoto. Il Milan, partito per vincere lo Scudetto ed è stata l’unica squadra oltre all’Inter ad essere stata davanti a tutti (ottava giornata), si è sciolto come neve al sole. Infortuni, gestioni scellerate delle partite (vedi Lecce, Napoli e Salerno) e così si ritrova neanche a metà campionato con un -11 pesantissimo. L’impressione è che i rossoneri devono guardarsi più dietro che davanti e che probabilmente il terzo posto sia l’obiettivo massimo in campionato. A cui cercare di aggiungere Coppa Italia e/o Europa League per salvare il salvabile.
Non parliamo del Napoli che in pochi mesi è passato dal dominare il campionato a rischiare di non entrare tra le prime quattro. Un tracollo verticale, senza giustificazioni. Figlio di scelte sbagliate di De Laurentiis e un vortice negativo da cui adesso è difficile uscire e tirarsi su. Neanche Mazzarri è riuscito sin qui e la situazione sembra sempre più difficile: -17 punti rispetto all’anno scorso in 17 giornate, batosta in Coppa Italia con il Frosinone. L’unica nota positiva è il passaggio del turno in Champions League e l’ottavo di finale contro il Barcellona da giocare a febbraio. Ma in campionato servono risposte prima che sia troppo tardi.
Inter-Juventus sarà dunque il duello Scudetto. O almeno sino ad oggi è così. I nerazzurri hanno numeri da capogiro e vogliono continuare a tenere questo ritmo infernale. Come un ciclista che affronta la salita cercando di staccare il più possibile quello dietro. La Juventus è lì che non vuole perdere la ruota del leader e se, in qualche modo, passasse la salita indenne poi in discesa e in pianura può succedere di tutto.
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