
Mai come quest’anno la giustizia sportiva italiana si trova sotto una pressione così costante e complicata. In ogni categoria, dalla Serie A alla Serie C, si susseguono casi controversi, decisioni contestate e interventi che non fanno altro che alimentare il dibattito.
Le esclusioni eccellenti di club storici in Serie C, le squalifiche dure contro calciatori anche molto noti, i ricorsi continui, le sentenze ribaltate: è una stagione segnata più dai tribunali sportivi che dal campo. La gestione dei calendari è diventata un altro nodo irrisolto, con partite rinviate, recuperi a fatica e calendari stravolti fino all’ultimo. Emblematico quanto avvenuto dopo la scomparsa di Papa Francesco, con rinvii decisi in extremis che hanno generato confusione e proteste. Non per il lutto in sé, ovviamente rispettato da tutti, ma per come è stato gestito: senza una linea chiara, senza ascoltare le esigenze delle squadre e senza comunicazioni tempestive.
Ora, a poche settimane dal termine del campionato, esplode un nuovo caso delicatissimo. E ancora una volta la sensazione è che il buonsenso rischi di essere sacrificato sull’altare dei regolamenti e delle scadenze televisive. Un’altra pagina complicata da scrivere per la Serie A, mentre sullo sfondo monta la rabbia di chi chiede più rispetto.
Rischio stangata per il Lecce: 3-0 per l’Atalanta
L’ultima bufera riguarda il Lecce. Dopo la tragica morte del fisioterapista Graziano Fiorita, il club salentino si trova al centro di un braccio di ferro con la Lega Serie A. Il match contro l’Atalanta, previsto inizialmente in infrasettimanale, era stato rinviato a stasera, ma senza consultare direttamente le squadre. Una decisione autonoma, che ha indignato il Lecce, ancora sotto shock per la perdita del giovane membro dello staff. La squadra giallorossa, infatti, non vorrebbe partire per Bergamo dopo la rifinitura di ieri mattina, contestando il fatto che si sia deciso lo spostamento della gara senza considerare il trauma vissuto dal gruppo e dallo staff tecnico.

Se il Lecce dovesse effettivamente disertare l’incontro, rischierebbe una pesantissima sanzione: la sconfitta a tavolino per 3-0 e una penalizzazione di un punto in classifica. La situazione è resa ancora più incandescente dalla presa di posizione degli ultrà, che davanti allo Stadio Via del Mare hanno appeso uno striscione eloquente: “Non scendere in campo è l’unica cosa da fare”, firmato dalla Curva Nord Lecce. Tutti aspettano di capire se il club ufficializzerà la propria decisione, ma quel che è certo è che, anche in questo caso, la gestione dell’emergenza lascia molti interrogativi aperti. Un’altra pagina difficile per la Serie A, che dovrà trovare equilibrio tra rispetto umano e applicazione dei regolamenti.