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“Milan e Napoli sono adesso gestite in modo molto diverso dall’Inter. L’Inter gioca sempre con la stessa formazione, quando cambia è perché ha infortuni o squalifiche, non nuove idee tattiche“. E’ il pensiero di Mario Sconcerti nel suo editoriale sul Corriere della Sera su un campionato che si è fermato per far posto alla pausa nazionali. Tempo quindi di bilanci: “Non credo a una crisi tecnica dell’Inter, credo alla fatica mentale della squadra, alla noia verso se stessi, i risultati e l’allenatore. L’Inter non si diverte più giocando. […] Qui comincia la responsabilità di Inzaghi. Ha un gioco solo e con un’unica variazione: la sua squadra è la stessa più un dubbio quasi filosofico tra Dumfries e Darmian. […] A tre quarti della strada è difficile che una squadra da sola ritrovi l’antica fantasia, tocca al tecnico dargliela. Ma Inzaghi considera una conquista avere una squadra già trovata, sperimentata. E non ha giocatori capaci di cambiarla. Ma è proprio qui che Inzaghi mostra la sua inesperienza, nella poca flessibilità. Non ha altre idee, non le cerca. Il grande allenatore si vede quando è in difficoltà, prende in mano la situazione. Inzaghi dà l’idea di tirare in aria una moneta. Trovata la squadra, tocca alla squadra dare. Non è così. Questa Inter è figlia di una crisi economica”.
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