Serie A

Scommesse, CorSport: “Chinè riflette su omessa denuncia, chi sapeva di Fagioli e Tonali?”

Nicolò Fagioli
Nicolò Fagioli, Juventus - Foto LiveMedia/Luca Diliberto

La Procura di Torino esamina le chat di Tonali, Zaniolo e Fagioli e la Procura della Figc aspetta di conoscere ulteriori dettagli sulla vicenda delle scommesse. Secondo quanto riferisce quest’oggi il Corriere dello Sport, infatti, c’è un’idea che ronza nella testa del procuratore federale Giuseppe Chinè, vale a dire la possibile strada dell’omessa denuncia. Giocatori che, pur non avendo mai scommesso, sarebbero eventualmente potuti essere a conoscenza della situazione che vivevano i compagni o gli amici coinvolti e che, pur sapendo, non hanno denunciato alla Procura Figc. Nel caso, sarebbe stato violato il comma 5 dell’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva, che prevede una squalifica, come Conte ai tempi del Siena, in quel caso furono dieci mesi di stop ridotto poi a quattro.

Dai compagni ai dirigenti, passando per gli allenatori: Chiné si chiede chi nell’ambiente fosse a conoscenza del giro delle scommesse, innocenti ma con il reato di non aver denunciato. Nel dettaglio, ci sono le parole di Fagioli molto eloquenti: Dragusin e Gatti hanno prestato dei soldi, secondo il centrocampista per comprare un orologio. Ma gli inquirenti non sono convinti che i due compagni juventini non sapessero nulla e a cascata anche il procuratore Figc. Va detto però che, ricorda il CorSport, se scommettere e collaborare porta a 7 mesi di squalifica, non denunciare può mai valere sei mesi? Facendo le dovute proporzioni, la pena eventuale se emergesse il coinvolgimento di qualche giocatore sotto l’aspetto dell’omessa denuncia potrebbe scendere ad appena un mese, conclude il quotidiano sportivo romano.

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