5. Questi sono gli anni di assenza di successo del Napoli al Mapei Stadium di Reggio Emilia. Un successo che mancava dal 28 settembre 2014. Varie situazioni sono cambiate per il Napoli rispetto a quella stagione: infatti, come già è noto, non c’è più Benitez alla guida dei partenopei, bensì Gennaro Gattuso, nella speranza di risollevare una stagione ormai compromessa in maniera apparentemente irreparabile.
Il tecnico calabrese ha tentato il tutto per tutto, proponendo il 4-3-3 con Meret in porta, Di Lorenzo, Manolas, Lupetto e Mario Rui a formare la difesa, Allan, Fabian Ruiz e Zielinski a centrocampo, Callejon, Milik e Insigne nel reparto offensivo. Il Napoli, di conseguenza, doveva cercare di porre rimedio all’assenza importante di Koulibaly (reduce da un rendimento da dimenticare da tre mesi, ma pur sempre un perno della difesa partenopea) e, soprattutto, alla mancanza di successo in campionato che perdura dal 19 ottobre, contro il Verona, ovvero da più di due mesi.
Il Sassuolo, invece, reduce da un ottimo pareggio contro la Juventus a Torino e da un’importante vittoria a Brescia, tentava l’assalto al secondo successo consecutivo contro il Napoli, una vittoria che l’avrebbe portato a pari punti proprio con i partenopei. De Zerbi ha quindi risposto a Gattuso con il 4-2-3-1: Pegolo in porta, Müldür, Marlon, Peluso e Kyriakopoulos a formare la retroguardia, Locatelli e Obiang in linea mediana, Boga, Duncan e Traoré alle spalle della punta Caputo.
Sin dai primi minuti del primo tempo è apparsa evidente la superiorità tattica del centrocampo del Sassuolo, con un fraseggio ad alta velocità tra Duncan, Locatelli e Traoré e un eccellente lavoro di sponda di Caputo. Era il Sassuolo che a fare la partita nel primo tempo, senza esclusione di colpi, meritando largamente il vantaggio con Traoré (il cui primo tempo è stato a dir poco straripante) con un piattone a tu per tu con Meret (non impeccabile), eludendo la pessima marcatura di Mario Rui. È stato il Sassuolo a dominare contro un Napoli non pervenuto e che di fatto non ha tirato in porta nella prima frazione, un Napoli che ha addirittura rischiato di subire il due a zero sempre con Traoré. Per lui una partita da incorniciare e un rendimento finora importante che lo conferma come uno dei migliori giocatori del Sassuolo in questa stagione.
Nel secondo tempo, anche grazie ad una maggiore spinta offensiva e di orgoglio, è stato il Napoli a fare maggiormente la partita, con il Sassuolo che cercava di giocare di rimessa sfruttando soprattutto la notevole velocità palla al piede di Boga. Il Napoli ha trovato quindi il pareggio con Allan al minuto 57, con un destro ad incrociare dopo una splendida palla di Milik, un gol che gli dà una nuova linfa vitale in una stagione per lui molto complicata. Ed è in questa occasione che il Napoli ha tentato il tutto per tutto, con Gattuso che ha deciso di giocarsi la carta Mertens al posto di Milik. Le occasioni non sono mancate, ma la mancanza di lucidità e di precisione negli ultimi metri è costata cara al Napoli, un fattore che si va ad aggiungere ad una piccola dose di sfortuna nel gol di Callejon, annullato per un fuorigioco davvero millimetrico (giustamente sanzionato con l’ausilio del VAR).
L’assedio del Napoli sembrava risvegliare il Napoli nello spirito, ma senza riuscire a portare al successo i partenopei, quando al minuto 94 è stato Obiang, in una mischia selvaggia, con un autogol sfornato, a portare il Napoli ad un successo fortuito quanto meritato che mancava da due mesi per il Napoli in questo campionato, nonché un successo che per i partenopei mancava al Mapei Stadium dal 2014.
Un successo che permette al Napoli di trovare attimi di respiro in una stagione fino a questo momento complicata e che è tornata alla guida di un nuovo allenatore, Gennaro Gattuso, che ha il compito da qui fino alla fine della stagione di risollevare le difficili sorti di una squadra fino ad oggi in una situazione davvero critica.
Un Napoli che, anche solo per una notte, torna a ringhiare in campionato, alla di un 2019 conclusosi all’ottavo posto in campionato, insieme al suo nuovo allenatore, solo il futuro potrà o meno assistere alla buona sorte dei partenopei.