“E’ un momento triste per quelli della mia generazione, mi ritengo un privilegiato ad aver vissuto l’epoca di Maradona. Ho parlato di Diego alla squadra per 20 minuti. Abbiamo tanti giovani ed era giusto che l’allenatore gli raccontasse chi era Maradona dal punto di vista calcistico ma anche da quello umano. E’ quello che più di tutti mi ha portato ad amare questo sport, avevo il poster in camera come tutti quelli della mia generazione”. Lo ha detto Roberto De Zerbi ai microfoni di Sky Sport parlando di Diego Armando Maradona, scomparso mercoledì a 60 anni.
“E’ stato il più grande, adesso ci sono giocatori che tecnicamente possono avvicinarlo, ma la differenza è a livello umano – ha detto il tecnico del Sassuolo -. Io l’ho stimato anche come persona, la vita privata di tutti va rispettata, nessuno è autorizzato a entrare in quella degli altri, ma lui ha portato la gente a emozionarsi per il calcio. E’ andato sempre oltre e in tutto quello che ha detto ha quasi sempre avuto ragione, dalla guerra alla Fifa alle altre battaglie. Era il rappresentante del popolo dei più deboli, delle squadre del sud contro quelle del nord che vincevano sempre, dell’Argentina che batte l’Inghilterra dopo la guerra della Falkland”.
De Zerbi ha poi parlato di Sassuolo-Inter, che andrà in scena domani alle ore 15: “Ci attende una partita affascinante. L’Inter era, è e rimane una grande squadra al di là del risultato di mercoledì. Noi siamo una squadra più piccola che sta cercando di farsi spazio tra le big, non è che si sono capovolte le gerarchie. Sappiamo che l’Inter è una squadra fortissima e che sarà una partita difficile, ma sappiamo anche che ci stiamo guadagnando spazio con merito, nessuno ci sta regalando niente e come sempre cercheremo di passare una giornata da grande squadra”.
“Noi dobbiamo divertirci e rispettare lo sport che facciamo, dobbiamo rispettare la nostra storia che non è importantissima ma che è fatta di dignità e ambizione – ha detto De Zerbi –. Non dobbiamo aver paura di cadere né di essere ambiziosi, quando dico che non firmo per il quarto posto non è che non mi piacerebbe. Sarebbe un risultato fuori da qualsiasi aspettativa, ma per una squadra come la nostra che tenta sempre di non accontentarsi e di non fermarsi all’obiettivo, il firmare sarebbe riduttivo”.
Il tecnico dei neroverdi ha spiegato la situazione degli infortunati: “Berardi sta bene, Djuricic si è allenato, ma non è nelle migliori condizioni, vedremo se potrà giocare dall’inizio. Defrel e Caputo, invece, sono fuori come Ricci e Haraslin, ma quelli che ho sono quelli giusti, forti e vogliosi di far bene. Serve intelligenza nel capire la gara, ma bisogna anche mantenere la propria idea e la propria identità. Abbiamo acquisito una mentalità forte e dobbiamo andare avanti così”.
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