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“Io non so innamorato di un sistema, sono innamorato dei miei giocatori, gli voglio bene, pretendo il massimo da loro e l’anno scorso me l’hanno dato. Per cui quest’anno si riparte con più determinazione, sperando che il pubblico di tutta Italia possa tornare negli stadi. Sarà un campionato strano, perché fino a quando non tornano i nostri tifosi è un calcio che non ha sapore: tu giochi, ma lo fai anche per il pubblico, per essere trascinato; per trascinare il pubblico“. Lo ha dichiarato Claudio Ranieri, allenatore della Sampdoria. “Quella di quest’anno è una preparazione anomale: dopo il lockdown, due mesi in cui i ragazzi sono rimasti chiusi, in cui gli abbiamo dato un preparazione per lavorare a casa, siamo ripartiti e ci siamo salvati. Però giocare ogni tre giorni era una cosa assurda“, ha affermato il tecnico romano prima di aggiungere: “Pensate che delle volte arrivavamo a casa alle quattro-cinque di mattina del lunedì e il mercoledì dovevamo rigiocare. Le tre settimane di vacanza ci sono servite per smaltire tutta la fatica mentale e fisica. Adesso siamo qui, a casa nostra, nel nostro centro, per cui ritorniamo a fare la vita di tutti i giorni, stressandoli solamente sotto l’aspetto fisico, senza dare un carico in più, portandoli chissà dove per poi tornare giù al caldo, all’umidità, dovendoci riambientare”.
Poi la conclusione sull’impianto di gioco che sarà adottato dalla Sampdoria: “Io non resto mai innamorato di uno schema tattico, mi piace cambiare e saper cambiare durante il corso della partita è buono. Per cui questa squadra ha giocato con i quattro dietro, alcune volte con i cinque, anche se a me i cinque o i tre non mi soddisfano molto. A volte abbiamo giocato con un centrocampo a rombo, e i ragazzi con Giampaolo c’erano abituati e poi abbiamo fatto il 4-4-2, il 4-4-1-1 e in alcune partite mi sono piaciuti molto quando abbiamo fatto il 4-1-4-1, andando a pressare alto”.
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