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Il presidente Massimo Ferrero ha scelto di patteggiare nel processo che lo vede imputato con l’accusa di aver sottratto dei soldi alla Sampdoria. Il numero uno doriano ha raggiunto un accordo in sede di Giustizia Sportiva, che ne causa l’inibizione congiuntamente alla figlia Vanessa Ferrero (ex componente del CdA), e prevede un’ammenda a carico del club.
“L’accordo raggiunto in sede di Giustizia Sportiva non rappresenta alcuna ammissione di responsabilità, tantomeno in ambito penale – questo il commento di Gianluca Tognozzi, avvocato e consigliere d’amministrazione di U.C. Sampdoria, in una nota del club blucerchiato – La scelta del presidente Massimo Ferrero di patteggiare alla Procura FIGC e’ stata dettata dall’interesse esclusivo e superiore di tutelare nel massimo grado possibile U.C. Sampdoria, nonché da evidenti e connesse ragioni di opportunità che muovono, anzitutto, dalle differenti e di gran lunga superiori tempistiche della giustizia ordinaria rispetto a quella sportiva“.
“E’ altresi’ opportuno evidenziare al riguardo – prosegue Tognozzi – che attualmente il procedimento penale pende, per gli stessi fatti, nella fase dell’udienza preliminare e, nonostante si nutrano fondate ragioni per ritenere che il presidente Massimo Ferrero potra’ dimostrare in quella sede la sua assoluta estraneita’, le tempistiche occorrenti per il raggiungimento del piu’ ampio e liberatorio esito assolutorio nel procedimento penale – che avrebbero positivamente condizionato il parallelo procedimento sportivo – hanno suggerito all’interessato l’opportunita’ di aderire all’accordo per l’applicazione della sanzione dell’inibizione. Oltrettutto, in sede sportiva, non si sarebbe potuta spiegare efficacemente un’adeguata difesa, considerato l’elevato grado di tecnicita’ dei fatti contestati e la diversita’ delle regole processuali che sovrintendono all’uno e all’altro ordinamento“.
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